Roma, 11 feb. (AdnKronos) – “La Direzione del Pd ormai è come un quiz per scoprire cosa dirà il segretario. Peccato che non siamo al gioco dei pacchi, qui c’è in ballo il futuro del Pd…”, dice Davide Zoggia. La minoranza dem tiene alta la tensione in vista dell’appuntamento di lunedì. “Le premesse sono pessime”, c’è “il rischio di una rottura”. Insomma, la scissione dietro l’angolo.
Le ‘premesse pessime’ sono diverse e le critiche della minoranza partono tutte da un dato di fondo: “E’ dal 4 dicembre che tutto il Pd è appeso attorno a un unico interrogativo: cosa conviene di più a Matteo Renzi per restare agganciato alla sedia? E allora il voto anticipato, poi il congresso anticipato, adesso pure la mozione dei 37 renziani che apre il fuoco sul governo Gentiloni. Un errore clamoroso. Il Pd appare agli elettori come un partito allo sbando”, dicono nella minoranza Pd.
Sull’ipotesi del congresso-lampo, i bersaniani hanno già detto di no. Non serve “una farsa”, una gara tra “figurine”, dicono, mentre serve un “momento vero di ricostruzione del Pd, serve profondità come ha detto bene Andrea Orlando”, osserva Zoggia.