Home Nazionale Pfas: in Veneto tra qualche giorno acque potabili con presenze minime

Pfas: in Veneto tra qualche giorno acque potabili con presenze minime

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Venezia, 29 set. (AdnKronos) – Con l’impiego di nuovi filtri, che sono il risultato di una sperimentazione di eccellenza che ha consentito di stabilire come procedere, nel giro di una decina di giorni gli acquedotti del Veneto interessati dall’inquinamento da sostanze perfluoro-alchiliche potranno erogare acqua con valori al di sotto dei 90 nanogrammi per litro come somma di Pfoa e Pfos (sottotipi della famiglia dei Pfas). Ma nei comuni della cosiddetta “zona rossa” il valore limite per i Pfoa non supererà i 40 nanogrammi/l.
E’ quanto ha detto il direttore generale dell’Arpav Nicola Dell’Acqua nella sua veste di Coordinatore della Commissione “Ambiente e Salute”, organismo che ha assorbito le competenze della “Commissione Tecnica Pfas”, presentando oggi a Palazzo Balbi a Venezia gli ultimi aggiornamenti per quanto riguarda la situazione dei Pfas in Veneto insieme agli assessori regionali all’ambiente e alla sanità.
La commissione, coordinata da Dell’Acqua, si è riunita martedì scorso e ha elaborato dal punto di vista tecnico la nuova proposta circa i limiti da applicare – i più drastici finora esistenti a livello internazionale – per quanto riguarda l’inquinamento dell’acqua potabile da sostanze perfluoro-alchiliche. “Non l’ha voluto fare il governo a livello nazionale e la Regione del Veneto ha deciso di procedere in autonomia, essendo ormai diventata la realtà che dal 2013 ad oggi ha portato avanti lo studio più avanzato su queste sostanze. Per di più – ha reso noto Dell’Acqua – a scopo precauzionale sono state inserite nelle analisi anche le catene ramificate dei Pfas, sulle quali finora non c’era letteratura scientifica”.