(AdnKronos) – “Quindi c’è sicuramente il motivo elettoralistico”, ma “questo pone dei problemi sia all’interno della Lega, sia nei rapporti tra la Lega e Berlusconi”. Il professore fa riferimento in particolare a Silvio Berlusconi che ha lanciato l’idea di proporre il referendum in tutte le regioni d’Italia: “Che senso ha? Perché dice questo?” si domanda. “Perché chiaramente Berlusconi, che è il leader di un partito nazionale e non regionale, deve potere giustificare agli elettori siciliani che andranno a votare il 5 novembre per un suo candidato, Musumeci, perché si schiera a favore di un referendum lombardo”. E il riferimento va ovviamente a tutte le altre regioni.
Insomma, “un partito nazionale come fa a schierarsi a favore di un referendum lombardo-veneto? Tra l’altro, dopo avere bocciato una riforma costituzionale che, bene o male, avrebbe ribilanciato i poteri tra Stato e Regioni. Ma la cosa più interessante – avverte D’Alimonte – sono i risvolti interni alla Lega. Salvini non fa campagna elettorale. La Lega sta affrontando un passaggio molto delicato. Salvini ha un progetto chiarissimo: vuole fare un partito di destra nazionale. L’Italia è un caso eccezionale per tanti motivi e uno di questi è che non abbiamo un partito di estrema destra nazionale. Non c’è. Abbiamo la Lega che è un partito di destra regionale, un piccolo partito Fratelli d’Italia che è concentrato sostanzialmente a Roma e nel Lazio. Forza Italia è un partito di centrodestra. C’è un vuoto che in parte viene colmato dal M5S. Quindi c’è spazio per una Lega nazionale ed è questo che vuole fare Salvini”.
“Ma come fa a farlo se Maroni e Zaia continuano a promuovere l’idea di una Lega del Nord?”. Insomma, “c’è un nodo irrisolto dentro la Lega che immagino prima o poi esploderà” sostiene il politologo. “La Lega è un fascio di contraddizioni in questo momento”.