Home Nazionale Roma: ‘fascismi’ e paranoia, al Vittoriano una mostra per non dimenticare (2)

Roma: ‘fascismi’ e paranoia, al Vittoriano una mostra per non dimenticare (2)

0

(AdnKronos Salute) – La sezione aggiuntiva ‘Malati, manicomi e psichiatri: dal ventennio fascista alla seconda guerra mondiale’ curata dal Comitato storico scientifico della Sip, riassume e analizza le responsabilità della psichiatria italiana durante l’epoca fascista, che fu sempre contraria all’uccisione dei malati ma, sotto la presidenza di Arturo Donaggio, fu l’unica società scientifica a legittimare le leggi razziali del 1938. L’esposizione, spiega la Sip, oltre a mettere in mostra il passato, lancia un allarme sul presente, dove sono molti i fattori che possono alimentare un allarme sociale, economico e culturale che porta alla diffusione di patologie paranoiche, un disturbo in crescita per colpa del disgregarsi della coesione sociale e della sensazione di allarme continuo in cui viviamo.
“Una nuova ‘tempesta perfetta’ si addensa all’orizzonte perché viviamo in tempi di incertezza e paura – spiega Claudio Mencacci, presidente Sip e direttore del progetto espositivo italiano – Il sentimento prevalente è una pervasiva sensazione di allarme di fronte a minacce vaghe che minano innanzitutto la coesione tra individui. Basta poco per percepire l’altro come nemico e la paura che si diffonde può diventare una risorsa per la demagogia, oltre che benzina per la paranoia. Il disturbo di personalità paranoideo – aggiunge Mencacci – riguarda infatti dal 2 al 4% della popolazione, un ampio bacino di cittadini particolarmente fragili di fronte a condizioni storiche particolari come le attuali, non troppo dissimili da quelle in cui, in passato, intere collettività sono state spinte da capi carismatici a individuare il pericolo in gruppi di soggetti identificati come l’origine dei problemi. Oggi, come alle soglie della seconda guerra mondiale – sottolinea – la paranoia si sta insinuando nella vita di molti popoli, anche in Europa e negli Stati Uniti, e con forme e toni diversi, in modo più subdolo, continua a fare la storia: la diffidenza, le accuse, la negazione del dialogo e la proiezione sistematica sull’altro della responsabilità dimostrano che nel tessuto della nostra società ci sono venature paranoiche”, conclude Mencacci.