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Sanità: l’anestesista su malato Sla, non si muore di sedazione profonda

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Roma, 14 feb. (AdnKronos Salute) – “Non si muore solo di sedazione profonda e continua. Qualcosa deve essere stato sospeso”. Lo afferma all’AdnKronos Salute Mario Riccio, medico anestesista di Cremona che aiutò Piergiorgio Welby a morire. “Da quanto si legge il signor Dino Bettamin, malato di Sla, come Welby ha chiesto di essere sedato, ma un soggetto costantemente sedato, sottoposto a ventilazione, idratato e nutrito potrebbe andare avanti ancora a lungo. La sola sedazione profonda non basta. Qualcosa, se non l’idratazione la nutrizione, deve essere stato interrotto. E questo – aggiunge l’anestesista – a meno che la sedazione non sia stata talmente massiccia da far passare in un’altro ambito, diverso da quello delle cure palliative”.
“Tra eutanasia e sedazione profonda con sospensione della terapia giuridicamente c’è molta differenza – riflette Riccio – La prima è una pratica vietata, spero ancora per poco, in Italia; la seconda è un diritto del paziente, quello di evitare l’accanimento terapeutico. Ma eticamente per me sono la stessa cosa: l’ascolto di una richiesta del paziente che viene accompagnato a morire senza dolore”.
Riccio, che da anni si batte per il diritto a scegliere come morire, domani sarà presente a Roma all’incontro ‘Medici per il testamento biologico’. L’esperto sottolinea che “un punto debole della proposta di legge sul biotestamento di Donata Lenzi è proprio che non fa menzione della sedazione profonda continua. In ogni caso nemmeno io, da anestesista, capisco bene cosa è successo nel caso del paziente veneto. Potrebbe essere intervenuta – conclude – l’interruzione di qualche terapia”.