Home Nazionale Sanità: Urbani, dopo risanamento conti è il momento di modelli di valore

Sanità: Urbani, dopo risanamento conti è il momento di modelli di valore

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Milano, 8 nov. (AdnKronos) – Un nuovo modello sanitario basato sul valore con l’obiettivo di migliorare gli esiti per il paziente contenendo i costi. E’ questa la sfida che unisce governo, operatori sanitari, istituzioni, pazienti e imprese. Un obiettivo che vede al tavolo Andrea Urbani, direttore generale Programmazione sanitaria del ministero della Salute, tra i protagonisti dell’evento The Value Agenda for Italy promosso da Medtronic a Milano.
“C’è bisogno di qualcosa di nuovo, di mettere insieme tutte le informazioni, di una visione sistema che stabilisca le interazione e consenta agli organi regolatori di prendere delle decisioni misurate”, dice illustrando il progetto a cui “stiamo lavorando, insieme all’Istituto nazionale di Sanità, all’Aifa, all’Inps – vogliamo valutare gli impatti anche sul welfare -, le migliori università italiane per costruire un modello tendenziale” per capire “quale sarà il fabbisogno di salute e i costi associati a regole vigenti. Dopodiché proveremo a innestare delle manovre, degli investimenti su alcune linee di attività sulle principali patologie che oggi valgono circa l’80% del fabbisogno di salute delle spese per cominciare ad acquisire una visione orizzontale”, opposta alla logica dei silos.
La sfida è rispondere ai bisogni assistenziali della popolazione evitando di aumentare i costi e garantendo qualità e innovazione. “Oggi abbiamo una spesa privata di circa 37-38 miliardi di euro che è in crescita esponenziale. Sappiamo che incide per il 27% al Nord, per il 18-18,5% al Sud, per il 16% in Sardegna, sappiamo che si muove in maniera inversamente proporzionale al reddito”, un peso diverso che indica per i valori più bassi “una rinuncia alle cure”. Eppure la spesa sanitaria incide sul bilancio dello Stato – “oggi l’Inps spende 30 miliardi di euro di assegni di invalidità” – e la sanità viene spesso indicata come uno dei settori di maggiori sprechi.