Home Nazionale Enna: sindaco Piazza Armerina, non siamo città razzista, vigilare su accoglienza

Enna: sindaco Piazza Armerina, non siamo città razzista, vigilare su accoglienza

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Palermo, 18 set. (AdnKronos) – “Piazza Armerina non è una città razzista, ma una comunità che lavora all’integrazione e all’accoglienza”. Nino Cammarata, sindaco di Piazza Armerina nell’Ennese, lo precisa subito. Dopo l’aggressione del migrante gambiano di 23 anni, pestato a sangue sabato sera a poche ore dalla visita del Pontefice, l’ombra del razzismo rischia di allungarsi anche sulla città dei mosaici. “Condanniamo con fermezza un simile gesto” dice all’Adnkronos il primo cittadino, per il quale la “violenza va rifiutata in ogni caso”, ma l’auspicio è che “non si sia trattato di un’aggressione a sfondo razziale”. Il pestaggio è avvenuto intorno alle 21 nella Villa Garibaldi, “un luogo molto degradato” spiega Cammarata. Qualcuno, in base al racconto del ragazzo, lo ha afferrato per il collo mentre parlava al cellulare, lo ha spinto a terra per rubargli tutti gli oggetti di valore, mentre altri due hanno iniziato a colpirlo con calci e pugni.
Con il volto tumefatto e sanguinante il giovane gambiano, ospite di un centro di accoglienza gestito dall’associazione Don Bosco 2000, ha raggiunto il commissariato e da qui è stato condotto al pronto soccorso dove i medici lo hanno dimesso con una prognosi di 20 giorni. Gli agenti del commissariato stanno indagando per cercare di capire se l’aggressione al gambiano sia in qualche modo collegata con altri episodi simili avvenuti nelle ultime settimane in zona.
“Ci siamo immediatamente messi in contatto con l’associazione Don Bosco 2000 con la quale c’è un rapporto di grande collaborazione mirata all’integrazione degli ospiti del centro” dice Cammarata. A Piazza Armerina i migranti ospiti di diverse strutture sono circa un centinaio. “Non si sono mai registrati episodi di razzismo e di intolleranza. Non bisogna, però, abbassare la guardia e il fenomeno va monitorato per evitare che, come è successo in passato, sulla pelle dei migranti si possa fare business. In città – conclude – ci sono tante associazioni impegnate a realizzare vera accoglienza e integrazione e su questo anche il Comune è al lavoro”.