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Farmaci: indagine pillola giorno dopo, mamme più ‘diffidenti’ di figlie

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Roma, 22 giu. (AdnKronos Salute) – Figlie più aperte alla contraccezione di emergenza di quanto non lo siano le madri. Di fronte al rischio di una possibile gravidanza indesiderata 8 giovani donne italiane su 10 non hanno dubbi: ricorrerebbero alla pillola del giorno dopo. Le mamme invece, forse per l’appartenenza a una cultura più tradizionale, in cui sono ancora presenti una serie di tabù, hanno atteggiamenti e risposte contraddittorie. Da un lato sono favorevoli alla maternità consapevole e all’uso di contraccettivi, ma dall’altro, circa 5 su 10, mostrano verso la ‘pillola d’emerenza’ una notevole diffidenza. Lo rivela un’indagine Swg-Health Communication condotta tra 600 donne rappresentative della popolazione italiana, la metà giovani donne tra i 18 e i 24 anni, e l’altra metà mamme di ragazze tra i 15 e i 22 anni.
Secondo i risultati presentati oggi a Roma, il 70% delle madri pensa che sia molto importante decidere e programmare quando avere un bambino contro il 76% delle figlie. L’82% delle mamme considera un rapporto sessuale non protetto “pericoloso e stupido” contro il 76% delle figlie; il 66% delle madri è molto favorevole all’uso di contraccettivi da parte della donna contro il 74% delle figlie.
Sull’utilizzo della pillola del giorno dopo sono molto e abbastanza favorevoli 53% delle mamme contro il 70% delle figlie. Ma in caso di rischio reale di gravidanza che non può essere affrontata il 68% delle madri preferirebbe che la figlia prendesse la pillola del giorno dopo e l’l’81% delle figlie la prenderebbe. I motivi per cui non sono favorevoli? Il 35% delle madri perché pensa erroneamente sia come fare un aborto e il 40% delle figlie perché può essere dannosa per la salute.
Le donne italiane si sono accorte che la liberalizzazione della contraccezione d’emergenza è utile per evitare l’aborto: rispetto all’indagine dello scorso anno, pur considerando la differenza campionaria, la percentuale di donne è cresciuta dal 76% al 82%. Anche in questo caso ci sono differenze tra madri e figlie: il 78% delle madri pensano che sia utile a ridurre gli aborti contro l’87% delle figlie.
“Le informazioni sulla contraccezione, e in particolare sulla contraccezione d’emergenza – afferma Emilio Arisi, presidente della Società medica italiana per la contraccezione (Smic) – dovrebbero entrare di diritto all’interno dei curricula formativi scolastici pur con un dettaglio di informazioni modulato in relazione con le classi di età. Perché la conoscenza impedirebbe errori e conseguenti problemi che possono inficiare in modo definitivo la qualità della vita della donna. Ma le istituzioni e gli operatori della sanità dovrebbero anche favorire l’utilizzo della contraccezione d’emergenza attraverso progetti mirati nelle popolazioni più fragili (adolescenti e immigrati) onde ridurre in questi gruppi il ricorso all’aborto volontario”.
“Esperienze di questo tipo – conclude – sono in atto con buoni risultati da anni in alcune nazioni, ad esempio in Francia, dove la contraccezione emergenza può essere distribuita nelle scuole dalle infermiere gratuitamente e in modo anonimo già dal 2002, e dove nelle farmacie le minorenni possono avere gratuitamente ogni contraccettivo dal 2013”.