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Lamberti (Federchimica): “Nuovo governo contrasti cultura anti-industriale”

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Roma, 22 feb. (Labitalia) – “Contrastare la cultura anti-industriale, che permea tutto il sistema e si riflette in una pubblica amministrazione non orientata ad aiutare le imprese”. Questa la priorità che il nuovo governo dovrà affrontare, come dichiara a Labitalia il presidente di Federchimica, Paolo Lamberti. “Per le imprese che operano in un mondo globale -spiega il presidente degli industriali chimici- il bene più prezioso è la competività, assai difficile da costruire, ma basta poco per distruggerla. Questo è ancor più vero per l’industria chimica, che è molto sensibile alle condizioni esterne: normative, infrastrutture, costo dell’energia, formazione e ricerca, sistema fiscale, i tempi della giustizia, sono tutti fattori che incidono in modo sostanziale sulla competitività delle nostre imprese”. E “contrastare la cultura anti-industriale” è, per Lamberti, “la madre di tutte le riforme”. “Gli esempi, purtroppo, sono numerosi -spiega il presidente di Federchimica- anche in Lombardia dove il tempo medio per ottenere il rinnovo di un’Autorizzazione integrata ambientale è di circa 2 anni e mezzo ma può protrarsi anche per oltre 4 anni (laddove la normativa prevede la conclusione entro 240 giorni)”.
“Lungaggini e incertezze non favoriscono certo una migliore tutela della salute e dell’ambiente, ma solo una perdita di competitività”, sottolinea Lamberti. “Il valore sociale della competitività dovrebbe essere condiviso da tutti, nella consapevolezza che senza investimenti e sviluppo non si creano i posti di lavoro per i giovani né si hanno le risorse per proteggere sempre più l’ambiente”, conclude.
Parlando poi di sfide da affrontare, il presidente Lamberti spiega: “Ritengo che Impresa 4.0 sia una grande opportunità per rilanciare la competitività delle produzioni italiane: per la chimica, ad esempio, può contribuire a dare risposte concrete alle grandi sfide della sostenibilità e dell’economia circolare rispetto alle quali il settore ha un ruolo centrale”. Lamberti, ricorda che “l’innovazione tecnologica ha sempre rappresentato il prerequisito imprescindibile per poter operare con successo sui mercati globali”. In particolare, l’industria chimica in Italia, spiega il presidente degli industriali di settore, “ha uno dei più elevati rapporti tra investimenti fissi (tangibili e intangibili) rispetto al costo del personale, indice che può essere assunto quale misura della complessità tecnologica del settore”.
E “Impresa 4.0 rappresenta, senza dubbio, un cambiamento non solo tecnologico ma anche organizzativo e, come tale, dovrà essere affrontato”, sottolinea Lamberti. Il settore della chimica, poi, spiega Lamberti, in qualche modo ha anticipato le tendenze. “L’industria chimica -dice- è nella posizione di gestire questo passaggio senza traumi perché ha anticipato molte delle trasformazioni che altri settori conosceranno nei prossimi anni: attività a ciclo continuo, centralità delle risorse umane e investimenti in formazione, modelli organizzativi flessibili e partecipativi”.
“Lo scorso anno Federchimica ha avviato il Programma ‘Chemistry 4.0’ -ricorda Lamberti- dal quale emerge che nella chimica Impresa 4.0 non è semplicemente un modello teorico, ma un percorso già intrapreso da diverse imprese del settore”. “Abbiamo, infatti, verificato che alcuni gruppi chimici applicano i Big Data per elaborare le analisi sui comportamenti dei consumatori; la sicurezza nei luoghi di lavoro è ulteriormente migliorata attraverso l’utilizzo di droni per il controllo di tubature aree negli stabilimenti chimici; e in agricoltura la dispersione di agrofarmaci nelle aree coltivate avviene ora in modo particolarmente mirata, grazie al Data Mining dei dati ambientali e temporali”, conclude Lamberti.