Home Nazionale L’esperta, scegliere momento giusto per ottenere massimo beneficio da latte materno o formula

L’esperta, scegliere momento giusto per ottenere massimo beneficio da latte materno o formula

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Milano, 4 gen. (AdnKronos Salute) – E’ l’ora della pappa. Ma quando? Ci sono tappe che segnano la crescita del bebè e restano nel cuore di ogni mamma: le prime sillabe, il primo dentino, i primi passi, e ancora più a monte il debutto del rampollo di casa con cucchiaino e cremine. Tuttavia, se in tutti gli altri casi c’è solo da aspettare che succeda, per la dieta dei piccoli la palla è in mano ai genitori. Che non sempre aspettano quello che i camici bianchi indicano come il momento giusto.
Un nuovo studio pubblicato sul ‘Journal of the Academy of Nutrition and Dietetics’, e condotto analizzando un campione rappresentativo a livello nazionale di 1.482 bambini statunitensi tra i 6 e i 36 mesi, ha indagato sull’età in cui i piccoli ricevono per la prima volta alimenti diversi dal latte materno o artificiale, inclusi succhi di frutta, latte vaccino, acqua zuccherata, baby food, o anche solo acqua. E’ emerso che per più della metà dei bebè (dati ricavati dalla National Health and Nutrition Survey 2009-2014) l’introduzione di alimenti complementari avveniva prima di quando dovrebbe essere in base alle raccomandazioni correnti. La survey fotografa lo stato attuale delle pratiche di alimentazione infantile diffuse negli Stati Uniti e, secondo le informazioni raccolte, solo un terzo (32,5%) dei piccoli viene svezzato al momento raccomandato di circa sei mesi. Il 16,3% comincia prima dei 4 mesi, il 38,3% a 4-5 mesi, mentre il 12,9% debutta nel mondo delle pappe più tardi, a 7 o più mesi di vita.
Altro dato rilevato è che i bambini mai allattati al seno o allattati al seno per meno di 4 mesi hanno maggiori probabilità di assaggiare cibi solidi troppo presto. Ma qual è il momento giusto? “Introdurre troppo presto gli alimenti complementari può far perdere al bebè sostanze nutritive importanti che provengono dal latte materno o in formula. Ma, dall’altro lato, svezzarli troppo tardi è stato associato a carenze di micronutrienti, allergie e diete più povere in età avanzata”, avverte la ricercatrice principale dello studio, Chloe M. Barrera, dei Centers for Disease Control and Prevention (Cdc) di Atlanta.
I dati della ricerca, evidenzia la scienziata che ai Cdc è in forze nella Divisione di nutrizione, attività fisica e obesità del Centro nazionale prevenzione malattie croniche e promozione della salute, suggeriscono la necessità di pianificare al momento giusto ‘l’iniziazione’ alimentare dei cuccioli di famiglia per ottenere il massimo beneficio dal latte materno o artificiale. Le attuali raccomandazioni stabiliscono che questo ‘momento d’oro’ è intorno ai 6 mesi d’età.
Ma negli ultimi 60 anni le raccomandazioni sullo svezzamento sono cambiate radicalmente. Le linee guida del 1958, ricordano gli esperti, suggerivano l’introduzione di cibi solidi nel terzo mese, negli anni ’70 questo appuntamento è stato ritardato fino a dopo i 4 mesi e negli anni ’90 è stato portato a 6 mesi. Cambiamenti che hanno influenzato molti studi precedenti sull’alimentazione infantile, la maggior parte dei quali mostra comunque una generale mancanza di adesione alle linee guida professionali correnti, qualunque esse siano. Per dare un’indicazione chiara, negli Usa i Dipartimenti dell’Agricoltura e della Salute e servizi sociali stanno sviluppando le prime linee guida federali sulla dieta per i bambini sotto i due anni, che saranno pubblicate nel 2020.
“Potrebbe essere necessario supportare le famiglie, i caregivers, e gli operatori sanitari per garantire che i bambini degli States seguano le raccomandazioni sui tempi di introduzione del cibo”, commentano Barrera e i co-ricercatori del Cdc. “L’inclusione dei bimbi sotto i due anni negli orientamenti 2020-2025 relativi alla dieta degli americani potrebbe promuovere messaggi coerenti”, definendo una volta per tutte quando per i piccoli è l’ora giusta per la pappa.