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L’esperto: “Il 2018? Un possibile ‘rinascimento’ per economia finanza e banche”

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Roma, 9 gen. (Labitalia) – “Il 2018? Un possibile ‘rinascimento’ per economia, finanza e banche italiane”. Lo dice, in un’intervista a Labitalia, Maurizio Primanni, ceo di Excellence Consulting, società di consulenza con focus sui comparti bancario, assicurativo e del risparmio gestito ed esperto del settore. “A livello macroeconomico -afferma- dalla crisi del 2007-2008 le cose, per la prima volta, in Italia, nel 2017 hanno ricominciato a muoversi nella direzione giusta: basti pensare che la crescita del pil dell’1,5% è stata più elevata rispetto a quella che era stata prevista dal governo nel Documento di programmazione economica e finanziaria. Al contempo, il contesto internazionale ci aiuta: infatti, le politiche Usa improntante al contenimento delle importazioni manterranno il dollaro debole contro l’euro, favorendo lo sviluppo delle nostre filiere industriali legate alle materie prime e all’energia”.
“Per il nuovo anno -sottolinea Primanni- credo, quindi, che la crescita italiana tenderà a confermarsi; anzi, se gli imprenditori, rinfrancati da un bacino di ordinativi più consistente del previsto, aumenteranno anche gli investimenti indirizzandoli nelle giuste direzioni (ad esempio sviluppo del business digitale e internazionalizzazione), potremmo nel 2018 anche fare meglio del 2017. Ci sono le condizioni economiche per assistere a un vero e proprio rinascimento dell’Italia, ma occorre coraggio imprenditoriale”.
“Credo che -spiega- il settore delle banche abbia vissuto nell’ultimo decennio probabilmente una delle fasi peggiori in assoluto della sua storia, un vero e proprio terremoto i cui effetti si ricorderanno a lungo. Ora, però, l’emergenza è finita. Il problema dei crediti deteriorati è stato oramai chiarito e indirizzato nelle sue modalità di gestione; tanti aumenti di capitale sono stati realizzati e le nostre principali banche ora sono più solide. Si pensi all’aumento di capitale di Unicredit, a mio parere il più grande successo del 2017, a quanto avrebbe sofferto l’intero sistema bancario italiano, se non fosse andato in porto, oppure a come Intesa Sanpaolo ha saputo trasformarsi in una wealth management company senza necessità di nuovi capitali e pur in un contesto di mercato così complicato”.
“Per giunta -avverte- quando il mercato non è stato in grado di aiutare le banche a risolvere i loro problemi di capitale è intervenuto opportunamente lo Stato. I top manager delle principali banche italiane hanno saputo fare bene, tuttavia per il futuro dovranno mantenere alto il loro livello di attenzione, poiché terminato il momento delle emergenze si dovranno fare scelte determinanti per il futuro. I contemporanei effetti di numerose novità normative (esempio Mifid 2, Emir, Psd2, IfrS9, etc), del cambiamento dei comportamenti di acquisto dei clienti e della concorrenza delle Fintech richiedono alle istituzioni finanziarie tutte (non solo banche, ma anche assicurazioni e società di asset management) scelte strategiche di medio periodo nuove e per nulla scontate”.
“I mercati finanziari -osserva Maurizio Primanni- negli ultimi anni hanno continuato a crescere condizionati favorevolmente dalla politica monetaria espansiva della Bce e, quindi, da più parti si attende uno storno. Personalmente, non sono negativo. Credo che, con la positiva esperienza dei piani individuali di risparmio, nel 2017 abbiamo appena iniziato a disegnare un nuovo assetto finanziario e industriale per il nostro paese: un assetto dove il finanziamento delle imprese passerà non solo per il settore bancario, ma anche per i mercati finanziari”.
“Se saremo sufficientemente determinati -commenta- ad insistere su questa strada, su cui peraltro ci hanno indirizzato le stesse istituzioni internazionali, Bce in testa, credo che i mercati finanziari, magari non ai tassi che abbiamo sperimentato nel recente passato, ma possano continuare a crescere. Occorre, però, un comportamento più maturo anche da parte di imprenditori e banchieri sul territorio; occorre mantenere fermo nella memoria che i problemi di cui abbiamo sofferto durante la crisi sono stati anche figli di modelli di finanziamento delle imprese troppo basati sulle sole banche. Gli imprenditori dovranno diventare più attenti nelle scelte di finanza aziendale e i banchieri più orientati alla ricerca di imprese con potenziale di crescita e solido orientamento strategico di medio termine”.
“Emilio Botin, lo storico presidente del Banco Santander, ripeteva spesso -ricorda- ‘se non capisci a cosa serve uno strumento finanziario non lo utilizzare e, inoltre, se non acquisteresti per te un prodotto finanziario non lo vendere’. Partendo da tali presupposti, ho pochi consigli da dare a chi si reca in banca per effettuare degli investimenti: cercate di capire quello che comprate, quali vostri obiettivi-desideri deve soddisfare, a quali rischi di perdita vi espone e quanto vi costa”.
“Se c’è qualcosa che non capite -suggerisce- chiedete per favore al vostro consulente di rappresentarvi meglio le cose, non abbiate timore di farlo perché egli è obbligato a darvi tutte le informazioni che vi occorrono con la massima chiarezza e professionalità. Verificate che ciò che vi è stato promesso sia riportato anche sulla documentazione che vi viene richiesto di firmare e rilasciata in copia. E se non capite, o non vi torna qualcosa, allora non comprate. Non puntate mai su un cavallo solo, ovvero diversificate i vostri investimenti su più prodotti finanziari”.