Home Nazionale Migranti: Nicolini attacca sindaco Lampedusa, racconta fandonie e getta benzina sul fuoco (2)

Migranti: Nicolini attacca sindaco Lampedusa, racconta fandonie e getta benzina sul fuoco (2)

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(AdnKronos) – “Gli hotspot sono stati attivati nel 2015 a Lampedusa, Pozzallo, Porto Empedocle. Ma nel centro di Lampedusa sono state sempre svolte le operazioni di identificazione delle persone soccorse… – aggiunge l’ex sindaca di Lampedusa Giusi Nicolini – L’unica novità consiste nel fatto che gli organi di Polizia italiani vengono “aiutati” da funzionari delle Agenzie Europee. Cosa è cambiato per Lampedusa? Sostanzialmente l’hotspot ha comportato, specie all’inizio, l’allungamento dei tempi di permanenza degli ospiti del centro che rifiutavano di dare le impronte”. E ancora: “Infatti, mentre prima dell’hotspot poteva verificarsi (per varie ragioni) il trasferimento di persone anche senza le impronte, dal settembre 2015 questo non succede più – spiega Nicolini – Ma sappiamo bene che la ragione principale per cui si allungano i tempi di permanenza nel centro di Lampedusa non è (o non è più) questa, bensì la mancanza di posti nell’hub, nei centri di seconda accoglienza e, per i ragazzi tunisini, nei CIE”.
“La nascita dell’hotspot non ha invece comportato nessuna modifica strutturale al Centro di Lampedusa, dal quale si continua a uscire con lo stesso metodo dal quale si usciva dal centro chiamato CPS o chiamato CIE o CPSA: dai buchi della recinzione – aggiunge Nicolini – Perché in una isola come Lampedusa non basta uscire dal centro per fuggire in Italia e andare in Svezia. Quindi, comunque si chiami il centro, ci sarà un buco. Se gli ospiti non vengono trasferiti velocemente, infatti, è l’isola stessa la loro prigione. (Dico questo, perché il “buco” era il vero tema della riunione in Comune)”.
E dice: “Cosa è cambiato, invece, per rifugiati e migranti? Tutto. Non possono più raggiungere la loro meta e sono costretti a rimanere in Italia (tralascio qui il tema circa delle loro tutele giuridiche). Anche per l’Italia è cambiato tutto: mentre prima gli sbarcati defluivano verso la Francia, la Germania, il Nord Europa, oggi affollano i CAS, esercitando una pressione crescente sul sistema di accoglienza. E più è intasato il sistema nazionale di accoglienza, più a lungo saranno detenuti gli ospiti nel centro di Lampedusa e negli altri hotspot della Sicilia. Per sapere come l’allora Sindaco Nicolini reagì, basta andare a vedere le numerosissime dichiarazioni pubbliche di riprovazione, ma anche le note inviate al Ministero e avvisi alla cittadinanza. A onor del vero, i problemi maggiori per la comunità lampedusana, dopo l’hotspot, si sono verificati nei primissimi mesi successivi alla sua istituzione (nell’avviso alla cittadinanza dell’8 gennaio 2016, ne spiegavo le ragioni), quando soprattutto gli eritrei rifiutavano le impronte e protestavano. Già da tempo, invece, le persone sbarcate hanno compreso che non è più possibile rifiutare le impronte, anche perché nel frattempo gli attentati terroristici che hanno colpito l’Europa hanno elevato il livello di allarme e le esigenze di sicurezza, benché non sia il Mediterraneo la porta di ingresso per i terroristi”.