Home Nazionale Migranti: Nicolini attacca sindaco Lampedusa, racconta fandonie e getta benzina sul fuoco (3)

Migranti: Nicolini attacca sindaco Lampedusa, racconta fandonie e getta benzina sul fuoco (3)

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(AdnKronos) – “Quanto io e tutti i componenti della squadra amministrativa ci siamo battuti per difendere l’isola e gli abitanti, insieme ai diritti umani di coloro che vi sbarcano, è notorio. Tutto ciò che fa male all’isola fa male ai migranti e viceversa – spiega ancora l’ex sindaca Giusi Nicolini – Abbiamo sempre affermato il principio che l’equilibro qui si raggiunge facendo defluire velocemente le persone salvate verso la Sicilia e ci impegnavamo costantemente perché ciò avvenisse. Siamo infatti convinti che non possiamo, soli, salvare il mondo, né cambiare le decisioni dell’Europa. Si può, però, cercare di svolgere al meglio il compito che la geografia assegna a Lampedusa, senza per questo condannare l’isola e i suoi abitanti a soffrire per questo ruolo e senza lasciare che le persone soccorse vengano tenute in condizioni non umane in un centro sovraffollato o detenute a lungo nell’isola, deprivandole dei loro diritti”.
“Il problema immediato a Lampedusa oggi non è come si chiama il Centro, semmai bisognerebbe preoccuparsi delle condizioni in cui il Centro è stato trovato dalla competente Commissione parlamentare e da altre Autorità con poteri ispettivi, nonché delle tutele per i richiedenti asilo o protezione internazionale – dice – I centri in Italia vanno tutti cambiati, e per fare questo è necessario che cambino radicalmente le politiche di accoglienza nel nostro Paese e gli scenari in materia di immigrazione e asilo a livello europeo. Il problema non sono neppure i numeri da “emergenza”: negli ultimi mesi il Centro non è mai stato congestionato, non ci sono stati i numeri che abbiamo conosciuto negli anni della mia Amministrazione o nel più lontano passato. Qui e oggi, il vero problema è che i pochi migranti attualmente presenti vengono lasciati a lungo nell’isola, senza che abbiano qualcosa da fare e senza che nessuno dica loro quando potranno partire e quale sarà il loro destino”.
E conclude: “Il Comune di Lampedusa, negli anni della mia Amministrazione, svolgeva un ruolo attivo molto importante di forte interlocuzione istituzionale, presidio, controllo, tutela e di affiancamento e sostegno del lavoro delle ONG e delle altre organizzazioni di volontariato. La crescita costante del turismo nei miei 5 anni, dimostra che il lavoro svolto ha contribuito, insieme a tanti eventi che rimarranno nella storia, a cambiare l’immagine dell’isola nel mondo. L’altro problema, quindi, è che oggi ci sono un Sindaco e una Amministrazione che, per coprire la loro incapacità ad affrontare gli inevitabili impatti sul territorio, stanno riportando indietro l’orologio della storia per Lampedusa, anche sul tema immigrazione, oltre che su tutto il resto. E così si agitano, non si limitano a sparare fandonie, ma buttano benzina sul fuoco, incendiando gli animi, perché ricreare l’emergenza (che non c’era più) dovrebbe servire a far dimenticare ai cittadini le inefficienze su tutti gli altri fronti. Dato che non esiste neanche una opposizione politica nel Comune di Lampedusa, allora i cittadini tutti dobbiamo continuamente ricordare agli amministratori comunali quali sono i loro compiti. Bisogna ottenere che gli ospiti del Centro vengano trasferiti prima possibile, oltre a chiedere che nell’isola ci sia sicurezza per tutti, senza mai dimenticare che “i tunisini che rubano” sono un ottimo alibi per la delinquenza locale e non. E’ un lavoro impegnativo, lo so bene. Che si mettano al lavoro, allora”. “Non ci illudiamo, infatti, che qualcuno possa smettere di inventare fandonie, denigrare, spargere odio, additare un “nemico” al pubblico ludibrio: per chi non ha mai fatto altro nella vita, è impossibile smettere. E’ però possibile smascherarlo”, dice.