Home Nazionale Palermo: bimbo inseguito da migranti, rabbia su Fb ‘bestie, crepino nella loro terra’

Palermo: bimbo inseguito da migranti, rabbia su Fb ‘bestie, crepino nella loro terra’

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Palermo, 23 ago. (AdnKronos) – “Non riconosco più la mia comunità”. Il sindaco di Partinico, Maurizio De Luca, è turbato. “Non so cosa stia accadendo” dice all’Adnkronos. Da settimane il centro di 32mila abitanti in provincia di Palermo che amministra dallo scorso giugno è sotto i riflettori per episodi di intolleranza. Aggressioni ai migranti su cui i carabinieri indagano e per i quali già due persone sono finite in manette. Ma la convivenza tra i suoi concittadini e i 259 ospiti delle 15 comunità di accoglienza del paese diventa ogni giorno più difficile. Un clima di tensione e di paura che ieri ha alimentato disordini nei pressi di via dell’Avvenire quando un bambino di 12 anni che poco prima aveva rubato la bici di un migrante 16enne appoggiata al muro sarebbe stato inseguito e spintonato da un gruppetto di giovani ospiti della comunità di accoglienza.
Una scena notata da un gruppo di adulti accorsi in soccorso del ragazzino. Ne è seguita una discussione animata tra una decina di persone e il proprietario della bicicletta. Urla e accuse, ma secondo le prime ricostruzioni nessuna aggressione fisica. La notizia, però, è rimbalzata subito sui social, scatenando decine di commenti. “Bastardi e incivili. Se ne devono tornare nei loro paesi di merda. Sono animali” dice Mario, a cui fa eco Patrizia: “Bestie schifose, violenti selvaggi”. Giuseppe avverte: “Se era mio figlio li prendevo a fucilate” e Johnny è sulla stessa lunghezza d’onda: “Se entrassero a casa mia per picchiare mio figlio altro che rispedirli in Africa… direttamente al creatore”.
La rabbia monta con il passare dei minuti e il racconto della vicenda si arricchisce di particolari cruenti. “Urlavano, volevano ammazzare un bambino di 9 anni” spiega qualcuno. E così davanti a quello che appare agli occhi dei più come un raid punitivo davanti a un’innocente marachella di un bambino, Walter sbotta: “Forse è arrivato veramente il momento di armarci dentro a casa per difenderci da questo comportamento che non viene solo dalla gente di colore ma anche dai nostri italiani”.