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Pernigotti conferma: “Chiudiamo”

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Roma, 15 nov. – (AdnKronos) – Pernigotti chiude bottega. La volontà è quella di chiudere lo e terziarizzare la produzione. Lo ha ribadito il gruppo turco Toksoz, rappresentato da consulenti, nel corso del tavolo al ministero dello Sviluppo economico che ha lo scopo di trovare un accordo con la proprietà. E’ quanto emerge da fonti sindacali presenti all’incontro. A rischio sono oltre 250 lavoratori (100 dipendenti, 150 tra stagionali e interinali e 20 lavoratori del settore commercio).
“Il tavolo va avanti ma solo se viene la proprietà turca ed è per questo che è il presidente del consiglio, Giuseppe Conte convocherà la Pernigotti e la proprietà turca, la Toksoz”, ha detto il ministro dello Sviluppo economico e del Lavoro, Luigi Di Maio al termine del tavolo. Alla proprietà turca, ha sottolineato, “spiegheremo che il marchio Pernigotti e il sito sono uniti. Se la proprietà turca non vuole investire nello stabilimento di Novi Ligure allora deve dare totale disponibilità all’utilizzo del marchio e noi ci impegneremo a trovare nuovi soggetti interessati”, ha sottolineato Di Maio. “Non è accettabile che si prenda il marchio e si lascino i lavoratori a casa: questa gente ha creato la Pernigotti”, ha rilevato. All’incontro al ministero dello Sviluppo economico “erano presenti sia il direttore finanziario che il direttore delle risorse umane di Pernigotti, assistiti dai consulenti legali dell’azienda”, precisa in una nota la stessa Pernigotti dopo l’incontro. E precisa che la società, “che conta complessivamente 186 dipendenti dislocati nelle sedi di Novi Ligure e Milano ha fatto richiesta di ammissione alla procedura di Cassa Integrazione Guadagni Straordinaria per il periodo 3 dicembre 2018 – 2 dicembre 2019, per 100 dipendenti dello stabilimento produttivo di Novi Ligure (Alessandria). Procedura resasi necessaria a seguito della situazione di crisi che l’azienda sta attraversando, determinata dall’eccessiva incidenza dei costi di produzione rispetto all’andamento delle vendite, ad oggi insostenibile, nonostante le strategie finora attuate a sostegno del business”.
Durante il tavolo al ministero dello Sviluppo economico, si è tenuto un presidio dei lavoratori dello storico marchio. “La nostra richiesta è la Cig per due anni e trovare una soluzione adeguata in modo da mantenere marchio e produzione”, sottolinea il segretario generale della Uila, Stefano Mantegazza. “Se sì smette di produrre il marchio a Novi Ligure è una truffa. Il governo intervenga per la tutela dei marchi storici”, aggiunge Mantegazza che considera importante la presa posizione della Regione Piemonte sulla possibilità di acquisire il marchio Pernigotti dalla società turca che oggi ne è proprietaria. “Pernigotti esiste dal 1860. Una storia che non può sparire da Novi Ligure”, sottolineano i lavoratori davanti al ministero di via Molise a Roma.
“La politica sia unita per trovare soluzioni: useremo tutti gli strumenti a disposizione per cercare di mantenere la produzione in Italia”, aveva detto ‘Mattino Cinque’ Stefano Buffagni, sottosegretario M5S agli Affari regionali. “I tecnici e la politica stanno lavorando, ma intanto è fondamentale garantire supporto economico ai lavoratori e alle famiglie, che non possono essere soltanto un numero. Non si può continuare a fare impresa sulla pelle delle persone”, aveva aggiunto.