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Professioni: Ungdcec-Aiga-Asign, presentato piano 4.0

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Roma, 14 dic. (Labitalia) – Un piano professioni 4.0 con programmi di investimento per i giovani: servizi, tecnologie avanzate e progetti di formazione. Lo hanno proposto le associazioni Ungdcec (Unione nazionale giovani dottori commercialisti ed esperti contabili), Aiga (Associazione italiana giovani avvocati) e Asign (Associazione italiana giovani notai) al sottosegretario al ministero della Giustizia, Vittorio Ferraresi, e agli altri rappresentanti del mondo politico intervenuti al X Forum dei giovani professionisti, che si è tenuto a Roma.
“Noi – sostiene il presidente dell’Unione giovani commercialisti (Ungdcec), Daniele Virgillito – proponiamo un articolato programma per governare il cambiamento piuttosto che subirlo per incentivare l’innovazione e non rischiare di perdere un intero patrimonio generazionale di competenze e intelligenze. Stiamo parlando di una categoria che conta 1 milione 500 mila persone, rappresenta quasi il 2% del Pil e occupa oltre 350 mila addetti. La nostra professione è sempre più travolta dalla rivoluzione digitale. Cambiano strumenti di lavoro, esigenze dei clienti, scenari economici e normativi: per questo abbiamo voglia di partecipare alla costruzione del nostro futuro”.
Parole condivise dal presidente dei Giovani avvocati (Aiga), Alberto Vermiglio: “L’obiettivo è quello di presentare un piano che analizzi i temi che ci sono comuni e che spaziano dalla fiscalità di vantaggio alla tecnologia applicata alla professione, dalla specializzazione all’equo compenso, dalle aggregazioni alla creazione di una casa dei giovani professionisti, nell’intento di individuare ed elaborare insieme le comuni esigenze per un futuro che non potrà che essere dei giovani”. “E’ necessario – aggiunge il vicepresidente dei Giovani notai (Asign) Nicola Virgilio – che le riforme soprattutto nell’ambito del percorso di digitalizzazione realizzino una tangibile semplificazione nell’esercizio della nostra attività”.
Il Piano proposto dalle tre associazioni richiede: un iper-ammortamento allargato anche ai professionisti per quei beni funzionali alla trasformazione tecnologica e digitale previsti nella legge di Bilancio 2017, indispensabili al funzionamento degli studi; formazione e promozione di formule di aggregazione anche interprofessionale e delle dovute agevolazioni, senza le quali non si può pensare di accrescere la competitività. I promotori del forum ipotizzano un credito d’imposta per investimenti in strumenti tecnologici e una misura che favorisca la formazione, di facile applicazione, per permettere anche ai giovani di accedere a competenze avanzate.
Nel corso della tavola rotonda ‘Tecnologi, tecnocrati o liberi professionisti?’ gli esperti hanno spiegato che “la gestione e l’intermediazione dei dati rendono necessarie particolari accortezze anche in termini di geo-localizzazione dei server, di clausole contrattuali in caso di violazione della privacy e continuità del servizio: è necessario prevedere, nella fase di avvio dell’adempimento, un regime premiale, flessibilità e totale e concreto azzeramento delle sanzioni per l’intero 2019”.
Tra gli argomenti emersi anche la flat tax che, secondo i rappresentanti di Ungdcec e Aiga, “rischia di penalizzare le aggregazioni”. “Avendo previsto una soglia massima di ricavi fissata a 65 mila euro l’anno e l’espressa esclusione di associazioni, Stp e società, si potrebbero creare ostacoli sia verso la nascita e diffusione dei gruppi inter e intra professioni, che verso la possibilità di essere un socio di capitale poiché, in quest’ultimo caso, si perderebbe il vantaggio fiscale. Si tratta, insomma, di una sorta di incompatibilità poco condivisibile. Per questo le associazioni chiedono di eliminare dall’articolo 224 del decreto legislativo l’espressione ‘ovvero a società a responsabilità limitata o ad associazioni in partecipazione’, riattivando la possibilità di computare il reddito scaturente nel limite massimo dei 65 mila euro”, hanno concluso.