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Salute: carboidrati ‘carburante’ sicuro anche per atleti con diabete 1

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Berlino, 3 ott. (AdnKronos Salute) – I carboidrati sono un ‘carburante’ sicuro, prima di un evento sportivo, anche per gli atleti con diabete di tipo 1. Il via libera arriva da uno studio italiano, ideato dagli stessi sportivi, presentato al congresso dell’Associazione per lo studio del diabete (Easd) in corso a Berlino.
Le raccomandazioni generali per questo tipo di atleti prima di una competizione sono focalizzate sulla riduzione della dose di insulina e sull’assunzione di carboidrati per prevenire l’ipoglicemia, indipendentemente dalla durata e dall’intensità dell’attività, dal grado di allenamento e dallo stato nutrizionale dell’atleta. Del resto, l’integrazione intensiva di carboidrati è fortemente suggerita per massimizzare le prestazioni anche in atleti di resistenza non diabetici. L’obiettivo di questo studio è stato, appunto, verificare l’efficacia e l’applicabilità di una gestione ‘aggressiva’ della terapia insulinica e di integrazione di carboidrati per prestazioni da campioni.
Otto atleti dilettanti con diabete di tipo 1, fra i 29 e i 50 anni, con esperienza negli sport di resistenza, hanno partecipato ad una gara di trail running di circa 3 ore, effettuando 3 o 4 giri di un percorso dissestato in condizioni meteo avverse. Questo tipo di atleti – emerge dallo studio – possono completare con successo e in sicurezza una gara di resistenza prolungata, attuando una gestione aggressiva della terapia insulinica dopo un’integrazione intensiva di carboidrati.
“Negli sport di resistenza – commenta Elena Gamarra, dell’Endocrinologia, diabetologia e metabolismo della Città della salute e della scienza – San Giovanni Battista ‘Le Molinette’ di Torino – anche per l’atleta con diabete di tipo 1 i carboidrati rappresentano il principale substrato energetico per massimizzare la performance. Come riuscire a conciliare prestazione atletica, assunzione di carboidrati, terapia insulinica e profilo glicemico? È fondamentale – sottolinea – una profonda conoscenza del proprio diabete (insuline, ruolo dei macronutrienti, autocontrollo) ma anche un approccio ‘evolutivo’, che sappia mediare tra fisiologia dell’esercizio e peculiarità del diabete di tipo 1. Questo studio è un concept ideato da atleti con diabete di tipo 1, condiviso con addetti ai lavori, un bell’esempio di educazione terapeutica”.