Home Nazionale Spiagge: Legambiente, oltre 60% occupate da stabilimenti (4)

Spiagge: Legambiente, oltre 60% occupate da stabilimenti (4)

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(AdnKronos) – La Sardegna ha approvato delle “Linee guida per la predisposizione del Piano di utilizzo dei litorali” che definisce criteri in relazione alla natura e alla morfologia della spiaggia e stabiliscono un minimo del 60% di spiaggia libera, che nei litorali integri deve raggiungere l’80%. Il Lazio ha fissato al 50% la percentuale di costa da lasciare libera ed i Comuni non in regola non potranno più rilasciare nuove concessioni.
Tra le situazioni negative, indicate nel dossier, c’è l’Emilia-Romagna che con la Legge Regionale n. 9/2002 ha imposto un limite minimo (ed irrisorio) del 20% della linea di costa dedicato a spiagge libere, ma solo nei pochi tratti dominati dune e zone umide viene rispettata la Legge. Le percentuali rimangono comunque molto basse anche in Molise (dove la Legge Regionale del 2006 prevede il 30% di spiagge libere ma non è applicata dai PSC dei 4 Comuni costieri), in Calabria (la quota è del 30%), nelle Marche del 25%, mentre in Campania ed Abruzzo solo del 20%. In 5 Regioni (Toscana, Basilicata, Sicilia, Friuli Venezia Giulia e Veneto) non esiste invece nessuna norma che specifichi una percentuale minima di costa destinata alle spiagge libere o libere attrezzate.
L’alternativa alla spiaggia libera è quella in concessione. Per i lidi sottratti alla libera fruizione si pagano però canoni demaniali bassissimi, a fronte di guadagni enormi. Nel 2016 lo Stato ha incassato poco più di 103 milioni di euro dalle concessioni a fronte di un giro di affari stimato da Nomisma di 15 miliardi di euro annui. Si tratta di 6.106 euro a chilometro quadrato contro una media di entrate per le casse pubbliche di circa 4 mila euro all’anno a stabilimento.