Home Nazionale Tumori: italiana la prima Breast Unit della Palestina

Tumori: italiana la prima Breast Unit della Palestina

0

Roma, 10 dic. (AdnKronos Salute) – Per curare un tumore del seno, o anche solo per eseguire un controllo diagnostico erano costrette a recarsi all’estero; adesso le donne palestinesi potranno farlo ‘a casa’, grazie al primo e unico centro senologico multidisciplinare del proprio Paese, nell’ospedale di Beit Jala. Il centro è nato grazie alla collaborazione tra l’Ufficio di Gerusalemme dell’Aics (Agenzia italiana della cooperazione allo sviluppo), Elis Ong che ha elaborato il progetto e Università Campus Bio-Medico di Roma, che ha fornito i suoi medici e l’esperienza della Breast Unit attiva nel suo policlinico universitario.
Insieme al ministero della Sanità del governo palestinese sono stati disegnati gli ambienti, organizzate le attività secondo i protocolli più attuali e formati i professionisti locali con training in loco e a Roma al Policlinico Universitario Campus Bio-Medico, portando la senologia palestinese al livello delle Breast Unit europee. Il progetto – riferisce il Campus Bio-Medico in una nota – punta a seguire almeno 150 pazienti l’anno in tutte le fasi del percorso diagnostico-terapeutico pari a circa il 40% di tutti i casi di tumore al seno (387 nel 2014, secondo il ministero della Sanità palestinese).
Solo nei primi due mesi di attività la neo Breast Unit ha aiutato più di 300 donne di tutta la Palestina a verificare precocemente la presenza di un tumore e a intervenire tempestivamente, facendo al tempo stesso risparmiare alla sanità palestinese l’equivalente di oltre duecento mila dollari per le sole indagini diagnostiche. Di queste circa 26 hanno scoperto di avere un cancro al seno in fase precoce. Sul fronte della prevenzione 130 donne hanno effettuato più di un esame e circa 30 hanno potuto, per la prima volta in assoluto in Palestina, effettuare l’esame stereotassico delle microcalcificazioni. Prima dell’apertura del Centro, le donne palestinesi che volevano effettuare screening oncologici dovevano aspettare tra 4 e 6 mesi.
“Il nostro è stato un percorso scientifico e umano molto ricco, che ha permesso di colmare un vuoto molto importante nella sanità palestinese – spiega Vittorio Altomare, responsabile della Breast Unit Campus Bio-Medico e direttore scientifico del progetto – I medici e gli infermieri palestinesi hanno accolto con entusiasmo l’impostazione multidisciplinare delle Breast Unit europee. Continueremo a essergli vicini per accrescere questo patrimonio e portare il loro tasso di guarigione ai livelli delle donne europee. Nei prossimi mesi – ricorda – apriremo un reparto di ricovero dedicato alle donne, daremo il via all’utilizzo della tecnica a ultrasuoni intraoperatoria per la Chirurgia oncoplastica, acquisiremo una nuova tecnica per l’individuazione del linfonodo sentinella. Insieme daremo vita a uno studio scientifico e infine, nel marzo 2019, terremo il secondo convegno congiunto italo-palestinese a Roma”.
“Abbiamo aderito molto volentieri a questo progetto – aggiunge Davide Lottieri, vicepresidente dell’Università Campus Bio-Medico – perché si inserisce perfettamente nelle linee strategiche dell’Università. Da tanti anni stiamo costruendo legami con altri Paesi e con strutture universitarie in tutto il mondo per arricchire i nostri studenti e cooperare insieme agli altri”.
“La Breast Unit è l’emblema della condivisione delle esperienze tra medici, specialisti e tecnici di radiologia di due popoli: italiano e palestinese – sottolinea Jawad Awwad, ministro della Salute della Palestina – Questo ha permesso di introdurre, per la prima volta in Palestina nuove metodiche che hanno portato risultati eccezionali, dimostrando l’importanza della comunicazione e della condivisione al di là delle differenze culturali. Qui in Palestina – conclude – non può che renderci onore poter fornire alla popolazione un servizio paragonabile agli standard italiani ed europei”.