Home Nazionale Ue: Resti, impossibile prepararsi a ‘cigno nero’, va allontanato

Ue: Resti, impossibile prepararsi a ‘cigno nero’, va allontanato

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Milano, 10 lug. (AdnKronos) – Posto che l’uscita dall’euro sarebbe “una catastrofe”, l’eventualità del cigno nero “non è anticipatamente gestibile”: qualunque preparativo in tal senso non farebbe altro che accelerarne e favorirne l’avvento. Piuttosto, si deve lavorare “con disciplina e pazienza” per “allontanare” il rischio. Per scongiurarlo. Magari spiegando bene all’opinione pubblica quello che sta accadendo, ad esempio, in Gran Bretagna con Brexit. Lo sottolinea con l’Adnkronos Andrea Resti, docente dell’Università Bocconi di Milano, evidenziando che “si sta assistendo nell’opinione pubblica europea a un progressivo abbandono di determinati valori di coesione e di solidarietà e questo effettivamente è un cambiamento che sembra interessare non solo i paesi della periferia dell’Eurozona, che si sono sentiti in qualche modo i parenti poveri dell’Unione monetaria, ma interessa anche i paesi più ricchi, i più nordici. Dunque la volontà di mettere in comune le crisi e di affrontare le crisi sembra essersi indebolita. Lo vediamo per i migranti, lo potremmo vedere anche tra qualche mese per una nuova crisi dell’eurozona”.
Inoltre, fa presente Resti, “è molto difficile pensare a un piano per preparare anticipatamente l’uscita dall’euro perché qualunque preparativo in tal senso non fa che accelerare la crisi e questo vale sia per i privati cittadini – se i privati cittadini portano denaro all’estero o lo investono in valute diverse dall’euro evidentemente indeboliscono la posizione finanziaria dell’Italia verso l’estero e rendono più probabile una crisi – ma vale anche per i governi”.
“Se i governi introducono nei titoli del debito pubblico clausole che consentano di organizzare più facilmente il consenso dei creditori rispetto ad piani di ristrutturazioni o clausole che non consentono la ridenominazione valutaria o quanto alto, non fanno altro – sottolinea il professore – che convincere il mercato che il rischio è diventato più tangibile e dunque qualunque preparativo finisce per fare crescere lo spread e aumentare il costo del servizio debito e dunque per avvicinare la crisi”.