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Unerbe: “Governo cancella figura erborista, a rischio settore”

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Roma, 3 gen. (Labitalia) – “Un pasticcio legislativo gravissimo, che cancella improvvisamente, dopo 90 anni di storia, la figura di erborista. Non solo mettendo a rischio un settore che conta circa 6mila imprese, ma rendendo di fatto carta straccia la laurea in Erboristeria, attualmente frequentata da migliaia di studenti in tutta Italia che potrebbero essere messi ‘fuori corso’ per legge”.
Unerbe Confesercenti protesta vivamente contro l’intervento del governo che, tramite un decreto legislativo della presidenza del Consiglio dei ministri, ha predisposto l’abrogazione della legge del 1931 sulla ‘Disciplina della coltivazione, raccolta e commercio delle piante officinali’, il testo che istituisce la figura professionale dell’erborista in Italia.
“Un intervento il cui obiettivo ufficiale – avverte – sarebbe quello di liberalizzare la produzione e la trasformazione di erbe officinali, ma che di fatto elimina del tutto una figura professionale, per giunta anche laureata, che da quasi un secolo assicura la qualità e l’efficacia dei prodotti erboristici utilizzati”.
“È un provvedimento assurdo: la deregulation dell’erboristeria – spiega Maurizio Devasini, presidente Unerbe Confesercenti – punta, sostanzialmente, a consentire a chiunque di improvvisarsi erborista, anche in mancanza delle conoscenze indispensabili per lavorare in sicurezza. Un intervento che ignora ancora una volta lo Statuto delle imprese, confermando l’inadempienza del governo nei confronti delle leggi che tutelano le imprese, e che serve solo a rincorrere consensi in vista delle elezioni”.
“Creando un rischio per i consumatori e un danno irreparabile per le imprese e per il settore, che potrebbe subire – avverte – la perdita di migliaia di posti di lavoro sia nei laboratori sia nella rete di vendita. Per non parlare, poi, della beffa subita dagli studenti dei corsi di laurea di Scienze e tecniche erboristiche e dalle tante famiglie che hanno sostenuto i propri figli su questo percorso”.
“L’esecutivo deve tornare sui suoi passi, e rapidamente: la categoria è pronta a tutto per non farsi cancellare. In gioco c’è la dignità dei professionisti, il lavoro e il valore creato dalle imprese ed il progetto di vita di tanti giovani”, conclude.