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Aggressioni agli operatori sanitari, attivati gruppi di lavoro per arginare il fenomeno

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Aggressioni agli operatori sanitari, attivati gruppi di lavoro per arginare il fenomeno

L’impegno della Asl Toscana sud est spiegato durante il lancio della campagna dell’Opi dal titolo #Rispettachitiaiuta

AREZZO – “No alla violenza contro gli operatori della salute”. E’ il tema del corso di formazione organizzato questa mattina all’auditorium del San Donato dall’Opi (Ordine professioni infermieristiche), con il patrocinio della sezione provinciale, della Asl Toscana sud est, Fnopi, Federsanità ANCI nazionale, Gutenberg e Fnomceo.

Una iniziativa molto partecipata vista l’attualità dell’argomento e anche la crescita degli episodi di aggressione, sia fisica che verbale cui gli operatori sanitari sono sottoposti in tutta Italia. Non a caso, era presente anche la presidente nazionale OPI Barbara Mangiacavallo,che rilancerà con Federsanità a livello italiano la campagna dal titolo  #RISPETTACHITIAIUTA.

“Dobbiamo ricostruire un’alleanza con il cittadino, ma anche con altri soggetti, quali ad esempio i giornalisti – ha commentato Mangiacavallo – perché una corretta informazione è fondamentale in una materia così importante e delicata”.

“Da Arezzo parte un segnale molto forte in difesa dei professionisti della salute e di tutti coloro che intervengono in soccorso delle persone in difficoltà – ha precisato Giovanni Grasso, presidente provinciale e referente regionale Opi –  #Rispettachitiaiuta non è un invito, ma un vero e proprio appello, visto il ripetersi degli episodi di violenza contro gli operatori sanitari in tutta Italia”.

“La formazione è molto importante per dare agli operatori gli strumenti adatti a gestire determinate situazioni e per far crescere la cultura della segnalazione. Troppo spesso, infatti, gli operatori non denunciano quanto subito – spiega Roberto Monaco, direttore  della UOC “Qualità, rischio clinico e sicurezza delle cure” della Asl Toscana sud est e segretario nazionale Fnomceo – Come Azienda abbiamo attivato un gruppo di lavoro, suddiviso in tre sottogruppi provinciali, che sta monitorando, analizzando e facendo prevenzione in materia di aggressioni e offese nei confronti di medici, infermieri, operatori socio-sanitari ma anche assistenti sociali. Come Fnomceo abbiamo chiesto che il medico venga equiparato  a pubblico ufficiale al fine di avviare un percorso che porti alla denuncia d’ufficio. Il medico, così come l’infermiere e tutti gli altri operatori sanitari, prestano la loro opera per salvaguardare la salute dei cittadini”.

Il gruppo di lavoro della Asl è stato costituito in seguito ad una delibera regionale, la n. 1176/2018 che riporta testualmente: “Gli episodi di violenza contro operatori sanitari sono considerati eventi sentinella, in quanto segnali della presenza di situazioni di rischio o di vulnerabilità che richiedono l’adozione di opportune misure di prevenzione e protezione dei lavoratori”.

Il principale fattore di rischio è il lavoro in solitudine: si pensi per esempio alla guardia medica. Ma le segnalazioni arrivano anche dall’assistenza domiciliare, dall’Emergenza Urgenza e dal Pronto Soccorso. Sono questi i servizi più a rischio, dove quindi si verificano maggiori aggressioni e violenze, fisiche o verbali che siano. Per il 2019 l’Azienda ha già organizzato una serie di interventi formativi per aiutare gli operatori a disinnescare il conflitto e l’aggressione.