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Alitalia, Confartigianato: “No ad aggravi sull’energia per il salvataggio”

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Alitalia, Confartigianato: “No ad aggravi sull’energia per il salvataggio”
Alessandra Papini

Papini : “Ogni anno in bolletta 100 milioni all’Ilva, stop oneri impropri”

 

“La bolletta dell’energia non può essere un aspirapolvere del fisco per finanziare qualsiasi salvataggio di imprese inefficienti.”

Questo il commento di Confartigianato alla notizia che, nelle pieghe del decreto Crescita, sono inseriti due articoli che prevedono di poter prelevare dai conti della Cassa per i servizi energetici e ambientali (CSEA) 650 milioni di euro per la copertura finanziaria della misura in favore della continuità di servizio di Alitalia.


“Non basta il sovraprezzo su ogni biglietto aereo?” Si chiede il Segretario provinciale di Confartigianato, Alessandra Papini.

“Le bollette dell’energia – continua Papini – sono già gravate di prelievi che fanno aumentare a dismisura il costo a prescindere dal consumo. Basti pensare che ogni anno vengono prelevati 100 milioni per far fronte alla crisi dell’Ilva di Taranto. Ora, l’ultima novità, con la possibilità di un prelievo di 650 milioni, che potrebbe reiterarsi per anni, è prevista per il salvataggio di Alitalia.”

“Questo prelievo – aggiunge Giuseppe Nocentini vice presidente Confartigianato e consigliere di Multienergia – andrebbe a impoverire ulteriormente le disponibilità finanziarie della Cassa per il servizi energetici e ambientali, che sono funzionali in determinati momenti al contenimento dei costi della bolletta elettrica delle famiglie e delle imprese. La conseguenza di questa decisione potrebbe tramutarsi in un incremento improprio dei prezzi dell’energia, ancora una volta a carico della collettività, e l’allarme arriva direttamente dall’Autorità per l’Energia, Reti e Ambiente, che è un soggetto al di sopra delle parti, che dichiara l’inopportunità di tale decisione”.

“Il prelievo – spiega ancora Alessandra Papini – andrebbe a incidere sul tesoretto degli «oneri di sistema», una voce fissa della bolletta, che raddoppia per le utenze non di residenza, e non dipende dai consumi di energia elettrica. Si tratta di un “fondo” istituito per evitare ripercussioni a famiglie e imprese nel caso di forti aumenti tariffari, in pratica sono soldi che servono a calmierare le bollette quando il prezzo dell’elettricità o del metano sale troppo. Ma se vengono tolti 650 milioni al fondo, con il rischio che questo accada per più anni, non ci saranno più soldi a sufficienza per “mitigare” un eventuale rincaro dei prezzi.”

Confartigianato è nettamente contraria a questa soluzione, che penalizza in modo particolare piccole imprese e famiglie.

“Questi oneri infatti – sottolinea Nocentini – sono fissi in bolletta e gravano dunque maggiormente sulle famiglie e le aziende che consumano poca energia. Una situazione paradossale che Confartigianato ha denunciato già nel 2014 con un ricorso al TAR volto ad annullare i provvedimenti che andavano ad alleggerire gli oneri di sistema alle imprese energivore a svantaggio delle piccole imprese e delle famiglie”.

“Su Alitalia – fa notare il il Segretario Papini – il Governo ha perso un anno senza trovare una soluzione ed ora vorrebbe fare pagare i costi a cittadini e imprese. Inoltre è previsto anche che il prelievo dei 650 milioni avvenga per tutto il periodo necessario per il rilancio di Alitalia, con il rischio che il travaso avvenga per anni”.

Contro questa previsione è intervenuta anche ARERA, l’autorità di regolazione per Energia e Ambiente, e Confartigianato apprezza l’intervento. “Ma la nostra associazione – precisa il Segretario dell’associazione – non reputa accettabile neppure un intervento limitato al 2019 con un termine per la restituzione dei 650 milioni alla fondo. Negli oneri di sistema – conclude Papini – ci sono già troppi costi impropri, basti pensare ai 100 milioni di euro l’anno che vengono girati al Gruppo Ilva. Le politiche industriali del nostro Paese – conclude – meritano ben altra attenzione e necessitano di reali strategie di rilancio che vadano oltre i soliti escamotage per tenere in piedi aziende che da anni incidono sui costi dello Stato. Era stato promesso di togliere le accise dai carburanti, il cui costo è gravato da prelievi che risalgono alla guerra d’Etiopia, passando per terremoti, alluvioni, missioni internazionali e perfino, contratti per autoferrotranvieri e spese sulla cultura, ora invece di togliere le accise vecchie si rischia concretamente che se ne aggiungano di nuove sulla bolletta dell’energia”