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Arezzo 2020: “il Piano Strutturale e Operativo di Arezzo vanno cambiati”

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Arezzo 2020: “il Piano Strutturale e Operativo di Arezzo vanno cambiati”

Dal Comitato “Arezzo 2020, il tempo di cambiare” arriva una sonora bocciatura della Variante al Piano Strutturale e del Piano Operativo adottati dal Comune di Arezzo. “Questi strumenti dovrebbero disegnare il futuro di Arezzo partendo da una fotografia della situazione e delle tendenze – sostiene Arezzo 2020 lanciando la prima critica – invece manca totalmente un’analisi dei cambiamenti demografici, dei cambiamenti climatici, dei nuovi bisogni della popolazione, con i fenomeni di invecchiamento, riduzione di abitanti, presenza di aree produttive dismesse e molti edifici vuoti, privati e pubblici, che vanno recuperati e resi funzionali”.

Un altro aspetto critico, secondo Arezzo 2020, è rappresentato da un deficit di democrazia: “l’Amministrazione Ghinelli ha ridotto al minimo il coinvolgimento dei cittadini singoli e associati nella predisposizione degli strumenti”. Questa assenza di partecipazione ha prodotto una reazione fatta di seicento osservazioni di varia natura che a breve andranno in discussione.
Le critiche più forti di “Arezzo 2020, il tempo di cambiare” si addensano sui contenuti. Qui più che sul poco la denuncia si concentra sul troppo. “Anziché puntare sul recupero e la riqualificazione urbana, anche per limitare il consumo di suolo, il Piano Operativo prevede nei primi 5 anni un surplus di edificazioni che potrebbe arrivare con vari meccanismi a 300 mila mq. – incalza Arezzo 2020 – un dimensionamento esagerato e del tutto fuori luogo. Con l’aggravante che tutte le nuove aree edificabili non sono accompagnate, com’è invece previsto dalla normativa regionale anche nella fase di adozione, da uno studio di fattibilità idraulica delle stesse”. A questo proposito Arezzo 2020 cita l’esempio più eclatante rappresentato dall’area edificabile prevista in Via Cagli e Via Sanzio: “una zona verde golenica tra due torrenti, il Castro e il Bicchieraia, dove si pensa ad una cementificazione di 9 mila metri quadrati, usando strumentalmente, e pericolosamente, l’argomento delle casse di espansione.”
Sempre sui contenuti, il Comitato “Arezzo 2020, il tempo di cambiare” denuncia come nel Piano Strutturale siano state reintrodotte vecchie scelte, da tempo accantonate, che il Comitato elenca. L’aeroporto Molin Bianco: “senza nessuno studio specifico e necessità dimostrata, quando quell’area doveva diventare verde urbano”. La tangenziale a Nord: “il tracciato della quale va ad intaccare aree tutelate, collina di San Fabiano, Archi Vasariani e Villa Severi e si pone fuori dal perimetro urbanizzato, segnando una cesura grave nel territorio rurale che fa sospettare una futura possibile espansione ad est del perimetro stesso”. La variante della strada regionale 71, per la quale è previsto “un sottoattraversamento dell’abitato di Quarata, idea già contestata anni fa dagli abitanti, ipotesi che ignora studi e approfondimenti che individuano un possibile tracciato alternativo in corrispondenza delle opere idrauliche delle casse di espansione dell’Arno”.

“La Giunta Ghinelli ha in testa uno sviluppo obsoleto e dannoso per l’ambiente e la qualità della vita – conclude Arezzo 2020 – dunque va modificata l’impostazione progettuale di Piano Strutturale e Piano Operativo al fine di disegnare una città futura che favorisca ed incentivi le pratiche di rigenerazione urbana, di riuso del patrimonio edilizio esistente, gli interventi di riqualificazione del tessuto urbano, potenziando gli spazi pubblici come luoghi di relazioni, rafforzando e non riducendo la fascia verde a ridosso e dentro la città. Per questo sosteniamo tutte le osservazioni che intendono stralciare quegli interventi che non tengono in alcun conto le emergenze ambientali che ormai sono sotto gli occhi di tutti, tranne che della Giunta Ghinelli”.