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Ci ha lasciato l’indimenticabile voce dei Talk Talk

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Ci ha lasciato l’indimenticabile voce dei Talk Talk

A metà degli anni Ottanta, la canzone It’s my life era diventata un vero e proprio inno.

Ho avuto la fortuna di poter assistere a un loro concerto il 7 aprile 1986 al Palazzetto dello Sport di Bologna.

Era l’anno dei grandi concerti pop e rock in Italia organizzati da David Zard.

E’ scomparso all’età di 64 anni Mark Hollis (era nato a Londra il 4 gennaio 1955), un musicista molto diverso rispetto agli eroi del pop di quel decennio.

Insieme ai Talk Talk aveva raggiunto il successo internazionale, ma non aveva quasi nulla a che fare con gli anni Ottanta.

Mark Hollis 2Such a Shame è un brano musicale da lui scritto e composto ed inserito nel secondo album del gruppo It’s my Life del 1984.

Quella sera a Bologna il pubblico chiese a Mark Hollis di ricantare il brano quattro volte!

Una canzone che si ispira al libro The Dice Man di Luke Rhinehart, in cui il personaggio principale utilizza il lancio dei dadi per determinare le sue azioni quotidiane e aggiungere una misura di incertezza alla sua vita.

Eloquenti sono le parole “I dadi decidono il mio destino” e “Una vita su ogni faccia”, in riferimento alla faccia del dado, ognuna riflettendo un percorso diverso da seguire per il narratore e una vita diversa da vivere per il protagonista.

Mark Hollis 3La celebre copertina, raffigurante uno scorpione su due dadi era di James Marsh.

Nel 1990, una ristampa della versione del 1984, denominata “original version”, è stata inserita dalla EMI nella compilation Natural History: The very best of Talk Talk e nei singoli da essa estratti, nonostante il parere negativo di Hollis, contrario alle raccolte antologiche.

Ascoltiamo il brano nella sua versione originale tratta da youtube con il video da quasi 22 milioni di visualizzazioni:

https://www.youtube.com/watch?v=i7OEvo-GjUg

Nel video Mark Hollis si esibisce, grazie alle sequenze di scene spezzate, cambiando rapidamente il colore dei vestiti e ballando battendosi la testa con le mani per mostrare vergogna, come dice il titolo della canzone.

Sullo sfondo sono inquadrati una cabina telefonica, una panchina con un ponte, una scuola e la band che suona con i propri strumenti.

Nel momento in cui sullo sfondo, alle spalle del cantante, si vede lui stesso che cammina sul marciapiede, la sequenza in primo piano viene alternativamente accelerata rispetto a quella dello sfondo e viceversa, con un notevole effetto, per esempio sulla carrozza trainata da cavalli.

Mark Hollis 1I temi ricorrenti del dado e della vergogna potrebbero essere collegati: come in una sorta di denuncia del gioco d’azzardo oppure come riferimento ad un destino di cui siamo e non siamo gli artefici.

In alcuni passaggi, infatti, il testo parla proprio di dadi e destino, di destino e mani tremanti, e, alla fine, di vergogna.

Mark Hollis aveva fondato i Talk Talk di cui era l’inconfondibile voce, nel 1981 con Lee Harris e Paul Webb e con loro ne aveva condiviso il successo, con l’apice appunto nel 1984 con l’album It’s My Life e il declino, fino allo scioglimento nel 1991.

Il loro fu un successo breve, per durata temporale, ma forte per impatto nella musica di quegli anni.

I loro successi, a risentirli ancora oggi, non hanno perso fascino.

E quella sera a Bologna fu davvero un grande concerto.