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Gioia di Livia Gionfrida al Pietro Aretino per l’incontro tra il teatro e la Z Generation

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Gioia di Livia Gionfrida al Pietro Aretino per l’incontro tra il teatro e la Z Generation

Venerdì 5 aprile, con inizio alle ore 21:00, appuntamento al Teatro Pietro Aretino con il primo evento di aprile legato alla rassegna “Z Generation meets Theatre” a cura di Comune di Arezzo, Fondazione Guido d’Arezzo e Officine della Cultura e realizzata con il contributo della Fondazione Cassa di Risparmio di Firenze. In scena Livia Gionfrida, giovane drammaturga, attrice e regista recentemente premiata dall’Associazione Nazionale Critici di Teatro per il lavoro svolto all’interno della casa circondariale di Prato, in “Gioia”, su drammaturgia della stessa Gionfrida. Costo del biglietto: intero € 10, ridotto € 8, biglietto under 30 € 5.

Gioia è una storia d’amore senza tempo, quella tra una madre e un figlio difficile. Un ragazzo “testa di legno” che decide giovanissimo di intraprendere la cattiva strada e alla fine di lanciarsi in una Grande Impresa che lo condurrà tra le braccia di un ingiusto e paradossale destino. In un ribaltamento finale di personaggi buoni e cattivi, lui “tutto sbagliato” passa da colpevole a vittima. La tragicomica rappresentazione diventa per la madre l’unico strumento per cercare di capire, per ricostruire i fatti e farsi una ragione della perdita e dell’ingiustizia subita. In scena dialetto siciliano e animazioni video si alimentano di suggestioni letterarie e simboli provenienti dall’immaginario religioso, fatti di cronaca e interviste realizzate in carcere. Ne viene fuori una singolare drammaturgia originale sospesa tra fiaba e realtà, che ha per protagonisti gli ultimi, i calpestati.

Firma la produzione di “Gioia” il Teatro Metastasio di Prato in collaborazione con Teatro Metropopolare. Scene e animazioni Alice Mangano. Luci Roberto Innocenti. Musiche e suoni Andrea Franchi. Assistente alla regia Giulia Aiazzi. Direttore dell’allestimento Roberto Innocenti. Direttore di scena Marco Serafino Cecchi. Capo elettricista Michele Percopo. Dipinti Nicola Console. Direzione fotografia animazioni Marianne Boutrit. Montaggio video Roberto Losurdo. Foto e video documentazione Duccio Burberi. Logistica Rebecca Polidori.

Racconta Livia Gionfrida nelle sue note di regia: “Da qualche anno ho nella testa l’idea di fare uno spettacolo che parli di morti ammazzati per mano dello Stato. Non è un argomento facile per me. Lavoro in carcere, dove da molto tempo conduco una singolare esperienza di ricerca teatrale. Ho conosciuto in questi anni molti detenuti e conosco il duro impegno di chi, agenti e operatori, opera all’interno degli istituti di pena, ma per mia stessa natura non sono interessata a tracciare un confine netto tra buoni e cattivi e amo semmai interrogarmi intorno alla natura umana. Chissà, forse è proprio per questo che faccio teatro, ed è ancora per questa ragione che negli ultimi anni ho scelto come residenza artistica ideale, un istituto penitenziario. Non ho mai pensato né prodotto spettacoli del genere che viene definito ‘sociale’, né tantomeno mi sono mai occupata del cosiddetto genere ‘civile’, anche se conosco e stimo alcune importanti esperienze che si definiscono così. Ci sono però alcune storie che sento maturare dentro di me e che ho bisogno di trasformare in domande, in immagini e carne. Le storie di Stefano Cucchi e di altri che come lui hanno attraversato insieme alle loro famiglie un terribile calvario, le vicende e i crimini commessi lungo la cattiva strada che alcuni detenuti mi hanno raccontato in questi anni, hanno acceso in me la necessità di provare a scrivere questo monologo. Che non vuole essere ‘civile’ ma che spero diventi, semplicemente ‘teatro’. Il lavoro qui proposto fa parte di un fecondo progetto che ha dato vita a studi autonomi e molto distanti tra loro. Gioia ne rappresenta lo sviluppo, il punto estremo senza ritorno, in cui nascita e morte si incrociano e perdono i contorni”.

Prossimo appuntamento della rassegna “Z Generation meets Theatre” sabato 13 aprile, al Teatro Pietro Aretino, con “It’s app to you – O del solipsismo” della compagnia Bahamut.

Info e prevendite. Teatro Petrarca dal mercoledì al venerdì orario 17 > 19 via Guido Monaco, 12 – Arezzo; Officine della Cultura dal lunedì a venerdì orario 10 > 13 – 15:30 > 18 via Trasimeno, 16 – Arezzo tel. 0575 27961 – segreteria(at)officinedellacultura.org. Punti vendita BoxOfficeToscana/Ticketone. Biglietteria al Teatro Petrarca il giorno dello spettacolo: orario 10 > 13 – 17 > 21; al Teatro Pietro Aretino il giorno dello spettacolo apertura dalle ore 20. Online su TicketOne.

Sito internet di riferimento: www.officinedellacultura.org.