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Il Decreto Unesco finanzia la musica dal vivo di qualità

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Il Decreto Unesco finanzia la musica dal vivo di qualità

Il comune di Bologna finanzierà i club dove si suona musica dal vivo.
Soltanto se i club si impegneranno a una programmazione di qualità, continuativa, rispettosa del verde e della valorizzazione professionale degli artisti.
Arrivano, quindi, soldi e deroghe per chi punta sulla qualità.
E c’è già un primo beneficiario: è il Camera Jazz & Music Club del sassofonista bolognese Piero Odorici che ha aperto i battenti nelle cantine di Palazzo Isolani in vicolo Alemagna.
Siamo la prima città in Italia che finanzia con soldi pubblici club che propongono musica dal vivo di qualità secondo i criteri previsti dal Decreto Unesco” così l’assessore alla Cultura del Comune della città emiliana Matteo Lepore nel presentare il progetto che intanto ha portato all’apertura del nuovo club sotto le Due Torri.
In realtà i sindaci di tutti i comuni italiani che intendono muoversi nel solco tracciato dal decreto legislativo 222 del 2016, il cosiddetto Decreto Unesco, possono individuare zone di particolare valore archeologico, storico, artistico e paesaggistico dove mettere paletti ad attività commerciali non compatibili con le esigenze di tutela e valorizzazione del patrimonio culturale.
Ecco allora che potrebbe aprirsi una nuova stagione di provvedimenti da parte dei comuni di sostegno alla musica e alla socialità.
Un po’ come all’inizio degli anni Ottanta accade a Bologna con l’apertura di nuove osterie come luogo di aggregazione giovanile, osterie come Da Vito, La Buca delle Campane, Dé Poeti o Delle Dame che hanno segnato l’immaginario della città.
L’apertura di nuovi club in locali dei centri storici con la programmazione di palinsesti di qualità in grado di raggiungere un pubblico molto vasto composto sia da appassionati che da neofiti, in un contesto urbano di particolare pregio architettonico, storico e artistico, potrebbe finalmente diventare una realtà.
Questo l’auspicio.
Le Amministrazioni comunali potranno stipulerà convenzioni con i gestori dei club, gli operatori culturali cittadini, riconoscendo il valore delle attività svolte e definendo le prospettive per il futuro.
In tutto questo si inserisce poi la possibilità di definire all’interno delle convenzioni la richiesta di produrre una valutazione di impatto delle attività svolte e la richiesta che le attività previste siano coerenti con i temi della sostenibilità ambientale e del contrasto al cambiamento climatico, con particolare riferimento all’eliminazione della plastica monouso.
Piu’ musica dal vivo di qualità insomma.
Spero che tanti altri comuni seguano l’esempio di Bologna, solo riportando la buona musica nei club possiamo sconfiggere il degrado musicale attuale. Io aggiungerei anche le multe a quei locali che insistono a proporre gruppi musicali vergognosi, karaoke e finto piano bar” ha commentato la notizia il bravissimo pianista jazz aretino Marco Pezzola.
Come non cliccare Mi Piace! Programmando magari una serata al Camera Jazz & Music Club di Bologna in attesa che qualcosa si muova anche nella nostra città.

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