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Tommy: il musical. Il rock parla di autismo

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Tommy: il musical. Il rock parla di autismo

Sabato 30 novembre alle 21,30 al Teatro Mecenate

Iniziativa dell’Associazione Autismo Arezzo in collaborazione con Koinè e con il patrocinio dell’amministrazione comunale: sabato 30 novembre alle 21,30 al del teatro Mecenate si terrà la rappresentazione del musical “Tommy”: anche il rock si confronta con l’autismo.

“L’amministrazione comunale – ha sottolineato l’assessore alle politiche sociali Lucia Tanti – è da anni che collabora con Autismo Arezzo in nome di un principio basilare, ovvero che la disabilità non va affrontata solo in termini di servizi, seppureimportanti, ma anche culturali. Quindi: responsabilità e consapevolezza. La disabilità è parte integrante della vita sociale, è presente, va conosciuta ed è così che si possono scoprire le tante competenze dei ragazzi e avvicinarsi loro senza timore”.

“Si tratta di un progetto molto importante – ha rilevato il presidente dell’associazione Andrea Laurenzi – nato da un’idea di Ettore Caterino, neuropsichiatra e responsabile Rete Autismo della Asl Toscana sudest, già realizzato dall’Associazione Autismo Grosseto e che portiamo adesso ad Arezzo. Tutto nasce da un capolavoro visionario e dirompente degli Who del 1969 che tratta proprio di emarginazione, di disabilità e di lotta per i diritti. È proprio in quest’ottica, in occasione della serata aretina, che la nostra associazione ha fatto un ulteriore passo per rendere questo evento veramente speciale: infatti, alcuni dei ragazzi e dei loro familiari, grazie anche alla disponibilità della regista del musical Paola Svetoni, saliranno sul palco, mentre altri, grazie a un progetto condiviso con il liceo artistico, contribuiranno alla scenografia. L’intento è chiaro: regalare ai nostri figli un’esperienza straordinaria. Oltre che sensibilizzare la cittadinanza su questi temi e recuperare risorse per sostenere leattività dell’associazione”.

“Tommy” è la trasposizione in forma di musical del concept album omonimo degli Who, una delle maggiori rock band di tutti i tempi con oltre 100 milioni di dischi venduti: 24 brani che danno corpo a un doppio vinile considerato il capostipite dell’opera rock, una composizione che seppur divisa nelle tradizionali tracce presenta una struttura narrativa organica. Tanto da prestarsi, per l’appunto, a rappresentazioni sceniche. Non a caso, nel 1975, ne è stato tratto anche un film drammatico diretto da Ken Russell, con la partecipazione di attori e cantanti tra i quali gli stessi Who, Jack Nicholson, Elton John, Tina Turner, Eric Clapton, Robert Powell.

Tornando all’album, la prima cosa che colpisce è inevitabilmente la copertina che rappresenta una sfera dalle tante finestre da cui spuntano le facce dei musicisti. Il tutto contornato da colombe in volo. Sta a significare il senso di oppressione e la voglia di libertà di un giovane come Tommy. E veniamo proprio al protagonista. Tommy è un ragazzo nato alla fine della prima guerra mondiale, nella versione cinematografica, invece, la trama si svolge al termine della seconda, che diviene sordo, cieco e muto. L’episodio che determina questa situazione è l’omicidio dell’amante della mamma da parte del padre, un aviatore britannico creduto morto e tornato tardivamente dal fronte, nella versione cinematografica è il padre naturale a essere ucciso dall’amante. Tommy assiste alla scena dietro a uno specchio ma i genitori gli intimano subito di non sentire, non vedere, non dire. Ed ecco che nel traumatizzato Tommy subentrano le disabilità suddette. A peggiorare la situazione, arriveranno le violenze sessuali da parte dello zio e gli atti di bullismo del cugino. Ogni cura e ogni tentativo di riportarlo alla normalità sono vani fino a quando Tommy si scopre “mago del flipper” e come tale ottiene notorietà e ricchezza. Un dottore ritiene nel frattempo che l’unico modo per comunicare con lui resti solo lo specchio, la madre non vuole credergli e distrugge quello di casa. Paradossalmente l’evento rende Tommy libero e gli fa riacquistare i sensi. Tornerà così alla sua vita di bambino normale diventando una sorta di “messia” in grado di liberare e curare gli altri.