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CAMBIO Arezzo, Cultura e Turismo: rotta di qualità per Arezzo

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CAMBIO Arezzo, Cultura e Turismo: rotta di qualità per Arezzo

Il CAMBIO ci chiede qualcosa di nuovo, tornare a privilegiare i territori comunità, esaltarne le vocazioni, interpretarne i bisogni, nuovi diritti, nuovi doveri, nuovi tempi.  La pandemia feroce chiede a tutti noi di porci con uno spirito nuovo, rimetterci in discussione, essere esigenti, prima di tutto con se stessi, radicali nel trasformare la mediocrità in eccellenza.

Non è tempo per chi si occupa di sociale, di politica, di baloccarsi con gli antichi riti, la coalizione, il gruppo chiuso, la classe dirigente, le sovrastrutture burocratiche, le nostre comunità esigono da noi il CAMBIO.

Non più geometria variabile ma scelte, indicazioni, progetto e programmazione dello sviluppo, Alleanza di comunità e non gli uomini soli al comando semmai circondati da pochi, oggi più che mai abbiamo bisogno di eccellenze e qualità. Di noi e non io, come ammonisce Stefano Vaccari.

Pensare nuovo significa per  me lavorare al Sogno Aretino.

Il grande fallimento dell’amministrazione Ghinelli, non è solo la caduta di Arezzo in tutte le classifiche nazionali, è l’incapacità di proporre ad Arezzo una prospettiva, un rilancio oltre le Mura. Ha governato assumendo le sembianze del Podestà. Al di là di un modello comunicativo diretto ai tempi del Covid, la città è piena di buche, ogni temporale la allaga, le strade sono un affresco di toppe, un assessore si dimette, il vice sindaco è titubante, si distanzia e si riavvicina e intanto Ghinelli accumula, la delega alla Cultura, la delega al Turismo, in breve il Podestà.

Quello che mi interessa è contribuire al CAMBIO.

Esigenti, nelle regole, nelle scelte. Lo chiedo prima di tutto ai Democratici, al mio riferimento politico. Sulla Salute abbiamo mediato troppo, cambiamo: sanità pubblica !

Abbiamo sbagliato nell’abbandonare i territori, dimenticando l’educazione civica, considerazioni che nascono dall’osservazione quotidiana. Andiamo a una società delle regole in cui chi sbaglia è certo dell’ammenda. Quello che chiedo è una radicalità nelle scelte prioritarie: ambiente, salute, cultura, turismo e dunque lavoro e partecipazione popolare dal territorio con i Consigli di Comunità: è il Sogno Aretino che propongo alle aretine e agli aretini.

C’è una scelta che può sprovincializzare la città, una scelta da lanciare con professionalità, programmazione, economie, confronto e promozione: investire in turismo di qualità e cultura. Le destre aretine hanno mortificato la cultura e la città sembra assopita, le reti culturali smembrate, cosa dicono gli intellettuali di Arezzo ? In sonno ?  Con Icastica si è parlato di Arezzo in Italia e nel mondo, che faccia parte del programma dell’Alleanza, è questo un esempio da riproporre nelle scelte per il CAMBIO, eventi che interessano non solo gli aretini ma promuovono e sprovincializzano la città con tempi diversi e garanzie sanitarie professionali. La Casa delle Culture “ rasa “ al suolo è inciviltà, va verso la città chiusa, cloroformizzata, quella che propongo è invece la città delle culture, dei turismi, Città dell’incontro, Città del Turismo borghigiano, città generativa dove la vita è bella, slow life.

Il CAMBIO lo esige, l’occasione si fa importante, prendiamola, afferriamola, costruiamo su di essa un pezzo di avvenire della nostra città amata. Un esempio: l’opportunità dell’Agenzia nazionale per lo sviluppo d’impresa, InvItalia, per progetti culturali e turistici va colta con prontezza. L’agenzia del Ministero dell’ Economia ha un fondo di 80 milioni di euro da utilizzare per lo sviluppo di Arezzo città di Mecenate e Vasari. Mettiamo in squadra i nostri operatori turistici e culturali. Il piano Colao propone la priorità turismo.

E’ di questi giorni il libro di Fabrizio Ardito “ Le vie di Francesco “ Ediciclo editore, 23 tappe attraverso la Toscana aretina fino a Roma, 450 km con la “ meraviglia “ di Camaldoli, l’eremo di Montecasale, Assisi, Gubbio, fino alla Valle Santa del reatino e poi Roma. Un ennesimo percorso che insieme alla Romea dell’Alpe di Serra, alle romee aretine della Valtiberina, attraversano Arezzo e la sua provincia. Arezzo Capitale del Turismo lento che esalta il “ ben essere “, unisce ambiente, spiritualità e bellezza, la stessa che troviamo nell’enciclica “ Laudato sì “ di Papa Francesco. Il CAMBIO ci chiede per la nostra comunità di unire novità e tradizione da riscoprire. Propongo alla città di investire in Storia e Bellezza. Arezzo può ricavarne sviluppo a misura di persona. La Città della Musica, con il rilancio del bel Centro Storico per cui condivido una vasta area pedonale, proposta anche dei cattolici democratici di DEMOS lustri fa, Città di Guido in cui il POLIFONICO venga rilanciato a livello internazionale e insieme agli Amici della Musica la valorizzazione annuale del  Premio Arezzo Arturo Benedetto Michelangeli. Novità. tradizione, sperimentazione di rotte di qualità, cultura e turismo priorità per il Sogno Aretino, per Arezzo Capitale italiana della Cultura 2023.

 

Giuseppe Giorgi per AREZZODEMOCRATICA