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Caporali (Pd) “scuole nelle frazioni: prima abbandonate e ora ‘trasferite’ in montagna?”

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Caporali (Pd) “scuole nelle frazioni: prima abbandonate e ora ‘trasferite’ in montagna?”
Donato Caporali

Dichiarazione di Donato Caporali, Consigliere comunale Pd: “la scuola di Giovi ha resistito a guerre e alluvioni ma rischia di soccombere di fronte all’assessore Tanti”

“Non cambiamo il contenuto, cambiamo l’etichetta. Le scuole nelle frazioni sono state abbandonate, hanno subìto tentativi di chiusura, soffrono più di altre della mancanza di nuove nascite? La soluzione, per l’assessore Tanti, è semplice: equipariamole alle scuole di montagna.
E’ una soluzione che io avevo proposto ma che rimane insoddisfacente se non accompagnate da importanti altre misure di cui il Comune di Arezzo si deve fare regista e promotore, non nascondendosi dietro il paravento a cui ci ha abituato e cioè le competenze di altri enti. Alcuni dei quali, e penso all’Ufficio scolastico territoriale, stanno facendo del loro meglio: di fronte alla diminuzione di bambini, l’attivazione di classi prime nelle scuole di frazioni e periferie è stato garantito, pur con numeri inferiori alle 15 unità, soltanto grazie alle decisione del dirigente dell’Ufficio, Robero Curtolo.

Ma senza un intervento del Comune, molte scuole sono destinate a chiudere o, quanto meno, a registrare la contrazione dei servizi. Un esempio? Almeno 30 bambini, nati nella zona di Arezzo nord e che avrebbero avuto come scuola naturale la Vasari, sono stati iscritti al Comprensivo Garibaldi di Capolona. E così nel 2020 l’I.C. Vasari ha visto diminuire le classi prime rispetto all’anno precedente da 9 prime a 6. Le tre prime mancanti sono quelle di Quarata, Monte Bianco e Giovi. Una scuola, questa, che il prossimo anno festeggerà il suo centenario, che ha superato eventi traumatici come guerre e alluvioni, che è l’unica ECO e ambientalmente sostenibile con la sua recente aula verde del territorio. Ha superato le guerre ma forse, non supererà l’assessore Tanti.
L’ipotesi dell’equiparazione a scuole di montagna può essere ragionevole e io stesso l’ho proposta da almeno due anni ma. se isolata da qualsiasi contesto di altro intervento, non risolve certo i problemi dei bambini e delle famiglie di frazioni e periferie”.