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Dichiarazione di Fabio Faltoni, segretario provinciale coordinatore della FABI

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Dichiarazione di Fabio Faltoni, segretario provinciale coordinatore della FABI

Dopo che al vertice di UBI Banca è arrivato – come amministratore delegato – Gaetano Miccichè, un alto dirigente di Banca Intesa, le prossime scadenze dovrebbero essere queste, a quanto ne leggiamo: il 16 ottobre l’assemblea UBI nominerà un nuovo Consiglio di Amministrazione, che provvederà – entro fine anno – alla vendita delle 532 filiali UBI a BPER-Banca Popolare dell’Emilia Romagna; nella primavera 2021  UBI verrà integrata in Intesa.

Sembra semplice, vista così, ma semplice non lo sarà per niente. Infatti, basta limitarci a dare uno sguardo alla provincia di Arezzo per capire quante, e di quale portata, siano le cose da mettere in chiaro. Considerando Intesa, Ubi e Bper (seppur oggi molto piccola da noi, con solo due sportelli), questa operazione industriale impatterà – in maniera diretta o indiretta – su quasi la metà dei duemila lavoratori di banca della provincia e su circa il 40% delle filiali presenti nei nostri territori. Guardando a UBI, qua non ci sono solo 36 filiali (Intesa ne ha 34), ma ci sono più di trecentocinquanta dipendenti che lavorano negli uffici di UBI e in quelli di UBISS – Sistemi e Servizi.

Così, mentre abbiamo letto in questi ultimi mesi degli interessanti progetti che Banca Intesa ha in  ponte per alcune importanti zone del nord, nulla trapela per quanto riguarda Arezzo, dopo che ci sarà stata la vera e propria acquisizione di UBI.

Ma nulla trapela nemmeno da BPER, tranne il numero di filiali UBI che essa potrebbe comprare in Toscana; dopo aver letto numeri ben superiori, di recente abbiamo appreso che sarebbero 18 le filiali UBI toscane che potrebbero passare a BPER. Ma è giusto usare il condizionale, fino a comunicazioni ufficiali.

Come sindacato FABI – Federazione Autonoma Bancari Italiani (il primo sindacato nazionale tra i dipendenti di banca), in questa integrazione – come in altre già affrontate – la nostra priorità è la salvaguardia dell’occupazione e della mobilità territoriale, la tutela dei livelli contrattuali aziendali, oltre che il giusto riconoscimento delle professionalità dei lavoratori, di tutti i lavoratori dei tre Gruppi bancari: Intesa, UBI e Bper. Per questo, vogliamo cominciare a conoscere i progetti di Intesa e di Bper rispetto ad Arezzo, ad esempio: quante e quali filiali passeranno a Bper? Passeranno anche degli uffici territoriali? Come verrà valorizzato il centro direzionale di via Calamandrei? Che tipo di attività professionali o di lavorazioni sono previste ad Arezzo? E di UBISS cosa si dice? e della rete di IwBank? Come verrà valorizzato tutto il personale coinvolto? Che idee ci sono sullo Smart Working? Quante assunzioni sono previste nella nostra provincia?

Pur all’interno di un’operazione bancaria, finanziaria e assicurativa di stampo continentale, Arezzo si merita una particolare attenzione, per molti motivi. Noi siamo pronti, ora tocca alle banche scoprire le carte!