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Economia: adesso siamo messi proprio male

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Economia: adesso siamo messi proprio male

Quest’anno 2020 si sta rivelando come il peggior anno dalla fine della Seconda Guerra Mondiale. Dal punto di vista sanitario questo Covid 19 in Italia che ha causato 40.000 morti e 800.000 persone contagiate ha provocato dei disastri. Gli Ospedali sono ormai sull’orlo del collasso, i Pronto Soccorso non ce la fanno più ad accogliere i pazienti, ci sono malati che hanno altre patologie che non riescono nemmeno a curarsi, altre persone che a causa della psicosi del Covid evitano completamente di uscire di casa e che hanno enormi problemi psicologici.

Una situazione talmente tragica che nessuno sa veramente quando e come si possa risolvere anche perché il famoso vaccino che si dice arriverà nella primavera dell’anno 2021, non si sa se sarà efficace (per via della mutazione del virus), a chi sarà dato, quanti mesi ci vorranno per averlo accessibile a tutti, se sarà efficace per gli anziani ecc..Tutta una serie di variabili che ci sta facendo vivere nell’assoluta incertezza.

Ma di una cosa invece si è assolutamente certi.

Dal punto di vista dell’economia ci vorranno non meno di tre anni per tornare ad una situazione pre-pandemia.

Già l’anno 2019 dal punto di vista economico non era andato bene. Quota 100 e reddito di cittadinanza ci avevano messo in ginocchio ma si sperava molto negli anni 2020 e 2021 per far finalmente ripartire i cantieri, le grandi opere, applicare una riduzione dell’IRPEF, ridurre la disoccupazione soprattutto quella giovanile che in Italia ha degli indici percentuali altissimi.

Ebbene alla fine di gennaio 2020 è successo quello che tutti sanno. Lockdown di tre mesi in tutta Italia, (cosa mai successa neanche in tempi di guerra), chiusura dei confini nazionali, perdita immediata di 700.000 posti di lavoro, un PIL previsto in discesa del 12% ed un debito pubblico che è schizzato al 160% del PIL.

Bastavano questi dati per capire che la situazione era drammatica ma si sperava nello stellone Italiano, nella capacità di ripartire. Tutto sommato a parte l’enorme numero di decessi, in Italia la situazione dei contagi era minore rispetto agli altri Paesi Europei, poi si andava verso l’estate e si sperava che come al solito il turismo ci avrebbe salvato e anche se la situazione era molto critica si vedeva una piccola luce in fondo al tunnel.

Poi dopo un Estate tutto sommato positiva in termini sia di contagi che di economia con qualche settore in particolare come quello manifatturiero e dell’industria che aveva ripreso a tirare, i contagi hanno ricominciato a risalire e la famosa “seconda ondata” di cui gli esperti parlavano è puntualmente arrivata. Solo che il Governo pur avendo qualche mese a disposizione non si fatto trovare pronto e puntualmente sono ricominciate le chiusure.

Questo sta provocando, purtroppo, anche delle tensioni sociali. Alcune categorie che sono state più colpite stanno scendendo in piazza a protestare, ma alcuni infiltrati stanno creando disordini, incendiando cassonetti, spaccando vetrine, lanciando fumogeni.

Tornando all’economia, trovandoci ormai in novembre è del tutto ovvio che i mesi finali dell’anno ormai sono completamente persi. Ma se per un anno, dal momento che siamo in una crisi globale, si può anche a fatica reggere, il pericolo (oramai quasi una certezza) è che questa pandemia continui anche nell’anno 2021 e pertanto anche l’anno prossimo sia molto compromesso.

 

Non servono nemmeno le parole del Ministro dell’Economia Gualtieri che dice che in Italia c’è una ripresa, che le previsioni degli esperti sono errate, che i fondamentali economici dell’Italia sono solidi.

Purtroppo la situazione è serissima. E per ritornare ad una situazione economica pre-covid non passeranno meno di tre anni.

Speriamo moltissimo come Italia nel Recovery Fund (211 miliardi di € di cui 80 miliardi di € a fondo perduto) e mi auguro che alla fine anche i soldi del MES (Meccanismo Europeo di Stabilità) vengano richiesti.

Sono 37 miliardi di € da utilizzare solamente per la sanità ma che potrebbero dare un impulso ad un settore quello sanitario sull’orlo del collasso. Si potrebbero, infatti, con quei soldi fare assunzioni di medici e infermieri, sistemare gli ospedali e soprattutto incrementare moltissimo i distretti territoriali che sono quelli che in questa terribile pandemia sono praticamente spariti.

L’unica cosa che sembra reggere è lo spread che si è assestato intorno a 130 punti. Per il resto notte fonda. Anche la Borsa comincia a perdere colpi. Speriamo davvero che con l’anno 2021 la pandemia finisca e gli Italiani ricomincino a spendere per rimettere in moto l’economia dal momento che in questa crisi l’unica cosa che è cresciuta in termini economici sono i depositi dei conti correnti che in sei mesi sono aumentati di oltre 400 miliardi di €.

 

 

Articolo scritto da Mauro Marino