“Nonostante la chiusura completa delle attività e, quindi, l’impossibilità di erogare il servizio, alcuni istituti paritari del territorio comunale che svolgono l’attività di asilo sia materno che nido continuano a chiedere ai genitori il pagamento integrale della retta, altri, invece, propongono degli sconti ma comunque un corrispettivo – interviene Daniele Farsetti (Patto Civico).
Sussistono pochi dubbi interpretativi in questi casi, perché se il servizio non è erogato, nessun canone economico è dovuto. E’ ovvio che l’iscrizione implica che il bambino sia tenuto presso la struttura e quindi, in caso contrario, scatta addirittura il diritto al rimborso integrale della retta versata anticipatamente.
Molti bambini iscritti a tali istituti fruiscono del servizio in convenzione con il Comune di Arezzo che, viceversa, correttamente, ha sospeso integralmente ogni richiesta economica. Per Patto Civico, innanzitutto, è inaccettabile questa diversità di trattamento tra iscritti comunque in convenzione con l’Ente pubblico.
Inoltre se è pur vero che gli istituti privati, comunque attività d’impresa, non essendo inseriti integralmente nei benefici del decreto “Cura Italia” sono ancora più colpiti dalla crisi che si è verificata è altrettanto vero che, come per ogni altra attività economica del Paese, non possono essere gli utenti, anch’essi a loro volta in situazioni lavorative spesso precarie, a loro esclusivo onere, a farsi carico della loro sopravvivenza.
Patto Civico, nel suo programma di governo della città, ha prioritario l’obiettivo, come per tutti i servizi a domanda individuale, il rafforzamento della gestione pubblica ma contemporaneamente riconosce fondamentale il contributo che gli istituti paritari danno all’offerta formativa. Pertanto è necessario che il Comune di Arezzo prenda posizione sulla vicenda ed immediatamente metta in campo ogni azione per sostenere e mantenere attive quelle strutture che di nuovo a settembre dovranno dare un contributo significativo al sistema scolastico comunale.
Abbandonare al loro destino famiglie e gestori è una scelta miope perché rischia, nel nuovo anno scolastico, di creare una voragine di posti difficilmente colmabile” conclude Farsetti.