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Il premier Conte: “chiuse le attività non essenziali in tutta Italia”

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Il premier Conte: “chiuse le attività non essenziali in tutta Italia”
Giuseppe Conte

Il sindaco di Arezzo, Alessandro Ghinelli, poche ore fa, nel corso della quotidiana conferenza stampa per fare il punto sulla situazione Coronavirus, aveva annunciato di aver sottoscritto una lettera, insieme al sindaco di Firenze e ad altri sindaci toscani, per chiedere al Governatore Enrico Rossi e al premier Giuseppe Conte la chiusura delle attività con produzione non necessaria. Una chiusura per una settimana, che si sarebbe poi raccordata con la chiusura per la Pasqua.

Poco dopo le 23 lo stesso presidente del Consiglio, al quale erano state avanzate richieste in tal senso da molte regioni, con il Governatore Attilio Fontana che in serata aveva già emesso per la Lombardia un’ordinanza di lockdown, cioè di chiusura di cantieri e la sospensione dell’attività negli uffici pubblici e professionali oltre al divieto di fare sport all’aperto anche da singoli, e misure ancor più restrittive erano state disposte anche in Piemonte, ha tenuto un intervento in diretta Facebook nel quale ha annunciato: “in questi giorni durissimi ci confrontiamo con immagini che lasceranno il segno nella nostra memoria. Questi decessi non sono semplici numeri, quelli che piangiamo sono persone, sono storie di famiglie che perdono gli affetti più cari. Le misure hanno bisogno di tempo per gli effetti. Sono misure dure ma non abbiamo alternative, in questo momento dobbiamo resistere. Il nostro sacrificio di rimanere a casa è minimo se paragonato al sacrificio di altri cittadini, penso a medici infermieri, forze dell’ordine, prtotezione civile, lavoratori dei supermercati, dei servizi pubblici.
La decisione assunta dal Governo è chiudere nel territorio nazionale ogni attività produttiva che non sia necessaria a garantire servizi essenziali. Rimarranno aperti supermercati e negozi di generi alimentari e di beni di prima necessità. Non serve una corsa agli acquisti. Saranno ancora aperte le farmacie e prafarmacie. Garantiremo i servizi pubblici: banche, poste, servizi assicurativi oltre ai trasporti. Consentiremo solo lo Smart working per le attività non essenziali. Una decisione che si rende necessaria per contenere il più possibile l’epidemia. L’emergenza sanitaria di sta trasformando in emergenza economica, ma lo Stato c’è. Lo Stato è qui. La nostra comunità deve stringersi a protezione del bene più prezioso: la vita. Uniti ce la faremo”.

L’intervento di Conte è avvenuto al termine di un incontro nel pomeriggio, con le parti sociali, e prima della diretta con la maggioranza per valutare, appunto, l’estensione delle misure prese in Lombardia e Piemonte anche al resto del Paese. E così è stato.

E’ atteso comunque il decreto che ancora non è stato emanato ufficialmente. Le misure, almeno stando a quanto si apprende, saranno valide da lunedì 23 marzo al 3 aprile.