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La leggenda dei DIK DIK in concerto a Montevarchi il 31 luglio 2020

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La leggenda dei DIK DIK in concerto a Montevarchi il 31 luglio 2020

La leggenda della musica leggera italiana sbarca a Montevarchi (Ar) ospitando venerdì 31 luglio 2020 – dalle ore 20.00 – la mitica band dei DIK DIK in una scintillante cena spettacolo nell’incantevole scenario dell’Osteria di Rendola –  frazione Rendola di Montevarchi, della signora Franca Cilibrizzi (la locandiera delle star…).

Anna e Alex, direttori artistici delle Stanze Ulivieri di Montevarchi, dopo il successo dello scorso 10 luglio con il sold out a sorpresa del grande Marco Masini e gli altri grandi nomi portati a Palazzo Ulivieri – Iva Zanicchi, Spagna, Marisa Laurito, Gianfranco D’Angelo, Barbara Bouchet, Corinne Clery, Fiordaliso, Ivan Cattaneo, Viola Valentino, New Trools, Stefano Sani, Donatella Milani… – tornano questa volta ad organizzare insieme a Franca Cilibrizzi (socia di Palazzo Ulivieri e attualmente food/catering del garden estivo del circolo) nel giardino dell’Osteria di Rendola per rivivere quei fantastici e meravigliosi anni sessanta e settanta della musica italiana con brani storici a firma della mitica band dei Dik Dik che torna ad esibirsi dal vivo in Toscana con la magia di “Pepe, “Pietruccio” e “Lallo” dopo un periodo di stop per tutto il mondo della musica dovuto al covid.

La scelta dei Dik Dik è per diversificare e accontentare un po’ tutte le frange d’età del pubblico del Valdarno che sta raccogliendo in maniera entusiasta l’invito a questa spettacolare serata di musica che raccoglierà il beat, il rock e il pop di quegli anni stupendi della nostra grande musica leggera: brani come “Sognando la California”, “L’Isola di Wight”, “Senza luce”, “Vendo casa” e moltissimi altri successi faranno da colonna sonora di un’estate particolare che ha voglia di rivivere e far rivivere il bello che è stato per gli amanti di questa band che ha fatto sognare i giovani negli anni Sessanta e Settanta. Con un pizzico di Battisti e Mogol che tanto hanno avuto a che fare con questa straordinaria band.

Il consiglio è quello di prenotare – chi interessato – al 337 1417227 anche perché causa normativa e protocolli di sicurezza anticovid i posti sono purtroppo limitati.

 

BIOGRAPHY

 

Milano, fine anni Cinquanta: tre compagni di scuola (Pietruccio Montalbetti, Erminio Salvaderi e Giancarlo Sbriziolo) fondano il complessino rock’n’roll dei Dreamers. Nel 1962, con l’ingresso di Sergio Panno e Mario Totaro, cambiano nome in Squali; nel 1965, nuovo cambio di nome (in Dik Dik, il nome di una gazzella africana) e firma del contratto discografico con la Ricordi. Il debutto su 45 giri è nel 1965 con “1-2-3” / “Se rimani con me”, ma è l’anno seguente, con il secondo 45 giri, “Sognando la California”, cover di “California dreamin’” dei mamas & Papas, che il complesso ottiene il primo successo. Sul retro del 45 giri c’è una canzone di Mogol-Battisti, “Dolce di giorno”.
Seguono “Il mondo è con noi”, altra cover dei Mamas & Papas, e nel 1967 “Senza luce”, cover di “A whiter shade of pale” dei Procol Harum, che ottiene enormi risultati di vendite. Buoni risultati anche per “Inno” (cover di “Let’s go to San Francisco” dei Flowerpot Men), e per “Il vento”, una canzone di Mogol-Battisti accoppiata nel 45 giri con “L’esquimese”, cover di “Mighty Quinn” di Bob Dylan. Il 1969 li vede a Sanremo con “Zucchero”, poi li riporta ai vertici delle classifiche con la suggestiva “Il primo giorno di primavera”.

Nel 1970 un’altra partecipazione a Sanremo (“Io mi fermo qui”) e un altro successo con “L’isola di Wight” (cover di “Wight is Wight” di Michel Delpech); nel 1971, dopo un Sanremo con “Ninna nanna”, l’ottima “Vendo casa” (firmata da Battisti-Mogol) è il penultimo successo di classifica; dopo “Viaggio di un poeta” (1972), “Storia di periferia” (1973) e “Help me” (1974, sorta di riscrittura di “Space Oddity” di David Bowie, molti anni dopo riletta parodisticamente da Elio e le Storie Tese) il gruppo non produrrà più singoli di rilievo.

Sul versante dei 33 giri, a parte le consuete raccolte di singoli dei primi anni, è da segnalare l’interessante SUITE PER UNA DONNA ASSOLUTAMENTE RELATIVA (1972), esperimento “progressive” poco compreso e all’uscita ingiustamente poco apprezzato.
Nel 1976 cambia a formazione: escono Sbriziolo, Todaro e anno sostituiti da Joe Vescovi (ex Trip), Nunzio Fava (ex Osage Tribe) e Roberto Facini (ex Top Four), e il suono del gruppo si indurisce (ne è testimonianza il singolo “Laser vivente”, 1980).

Il revival degli anni Sessanta riporta alla ribalta i Dik Dik, che, nella originaria formazione a tre (Montalbetti, Salvaderi e Sbriziolo, ovvero Pietruccio, Pepe e Lallo), continuano l’attività dal vivo e di quando in quando pubblicano un album. Da segnalare la partecipazione al progetto comune con Maurizio Vandelli e i Camaleonti, in gara a Sanremo con la nostalgica “Come passa il tempo” (1993), e l’interessante SOGNO BEAT (2000), in cui i Dik Dik rileggono successi (propri e altrui) degli anni Sessanta.