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Liceo Redi. “Fare scuola a distanza, ma per sentirsi vicini”

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Liceo Redi. “Fare scuola a distanza, ma per sentirsi vicini”

Strade deserte. Cartelli che incitano a restare a casa. Striscioni alle finestre con arcobaleni disegnati da bambini. E scuole senza studenti e professori. Nelle settimane più surreali e inaspettate che potessimo immaginare, anche le abitudini consolidate sono stravolte. Dal 5 marzo tutte le scuole italiane hanno sospeso le lezioni per contribuire a ridurre i rischi da contagio da Covid-19. Sono alcune centinaia di milioni nel mondo gli studenti che improvvisamente hanno visto interrompersi di colpo l’attività didattica.
Eppure la scuola non si è fermata. Ha trovato risorse per certi versi inaspettate, ha messo da parte lacci burocratici per concentrarsi sull’unica cosa che conta davvero: la continuità dell’offerta formativa, la qualità della relazione, il senso di appartenenza a una “comunità dell’apprendimento”.

Anche il Liceo Scientifico e Linguistico “Redi”, così come altre scuole, ha reagito con creatività e passione, senza lasciarsi scoraggiare. Già giovedì 5 marzo ci siamo interrogati sulle misure da prendere, il venerdì 6 abbiamo fatto un “collegio docenti” telematico con tutti i docenti presenti e il giorno dopo, sabato 7, sono cominciate le prime attività a distanza, attività che si sono estese e meglio organizzate nella settimana successiva. L’implementazione di un adeguato ambiente digitale ha avuto una accelerazione molto forte. Da dieci anni stavamo lavorando su questo settore. Ricordo che nella ricorrenza dei 90 anni di fondazione del Liceo avevamo lanciato il progetto (quinquennale) “We are REDI for the Future”, che ha permesso di sperimentare una didattica laboratoriale nella quale agli studenti fosse richiesto di “produrre” materiali didattici di tipo digitale, non come opzione aggiuntiva ma come modalità della ordinaria didattica mattutina.
Con l’avvento del Piano Nazionale Scuola Digitale abbiamo partecipato a numerose iniziative. Voglio qui citare la realizzazione di “curricoli digitali” attraverso software di geolocalizzazione, realtà aumentata e gestione dei big data nel progetto” Rendere visibile il sapere”, di cui siamo scuola capofila, con la collaborazione di Indire e Esri (che produce Arcgis, il software divenuto purtroppo ben noto perché è quello che traccia in tempo reale la diffusione del Covid-19 nel mondo). Nel frattempo tutta la scuola aveva implementato la piattaforma Google Suite, nonché dotato ogni studente e tutto il personale di una posta elettronica istituzionale (@liceorediarezzo.edu.it) che permetteva l’accesso protetto ai vari servizi, compresa la teleconferenza.

Nessuno si aspettava però che queste forme sinora utilizzate in ambiti ristretti dovessero improvvisamente passare alla totalità della didattica: tutte le materie, tutti i giorni, tutti i quasi 1.800 studenti. Eppure la risposta dei docenti è stata molto bella: si sono messi a disposizione, hanno partecipato agli incontri telematici di formazione promossi dal nostro “animatore digitale” e dai collaboratori. In pochi giorni è stato possibile fornire ai nostri studenti un’offerta formativa che aveva due fondamentali scopi: proseguire il percorso
didattico, naturalmente reso essenziale, ma anche mantenere il contatto relazionale, far sentire ancora il senso di appartenenza alla classe, alla scuola, alla propria condizione di studente. Le lezioni sono organizzate secondo classi virtuali (Classroom), video in diretta (ambiente Meet), materiali registrati, esercitazioni con valore formativo. Non sappiamo quanto durerà l’emergenza e siamo pronti a diversi scenari. Temo che però non sarà breve: ho suggerito ai docenti di tener presente che non stiamo correndo i cento metri, ma piuttosto i tremila siepi o forse addirittura una maratona. Le lezioni non vanno oltre i quaranta minuti, per poter far prendere fiato sia a studenti che a docenti e non dover essere sempre davanti al computer. Quello che è davvero commovente è che gli studenti hanno risposto con grande entusiasmo. La “presenza” virtuale è paragonabile a quella a scuola, non sono rari i casi del cento per cento dei presenti, anche alle 8.20.

Questo anno scolastico certamente sarà segnato da un percorso accidentato, ma sta già dimostrando una vitalità della scuola che ci conforta, così come le tante attestazioni di stima da parte delle famiglie che hanno compreso il nostro impegno e ci incoraggiano ad andare avanti. Mi auguro davvero che si possa mantenere questo spirito di gruppo sia nella fase dell’emergenza (che ci auguriamo non troppo lunga), sia dopo, quando dovremo fare tesoro di quanto è emerso in queste settimane portandolo in una scuola che sia davvero pronta per il XXI secolo.