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Rete Teatrale Aretina: “pronti a fare la nostra parte, attività sospese”

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Rete Teatrale Aretina: “pronti a fare la nostra parte, attività sospese”

“Siamo pronti a fare la nostra parte, in ottemperanza a quanto disposto dal DPCM apparso nel tardo pomeriggio del 4 marzo sugli schermi dei nostri pc e dei nostri smartphone, dopo una lunga giornata di attesa e di condivisione di idee, riflessioni, osservazioni, amarezze”, annuncia Massimo Ferri, presidente della Rete Teatrale Aretina.
La decisione unanime del sistema Rete Teatrale Aretina, 6 delle 32 Residenze Artistiche riconosciute dalla Regione Toscana che programmano attività in 12 spazi teatrali in provincia di Arezzo, producono tournée in Italia e all’estero e decine di attività laboratoriali di teatro, danza e musica, è quella di sospendere per il periodo indicato dal DPCM, cioè al momento fino al 3 aprile, le proprie attività. La decisione è presa in accordo con le locali Amministrazioni Comunali, quasi sempre proprietarie degli spazi teatrali, con la volontà di fare la nostra parte per limitare la diffusione del Covid-19, anche se questo significa limitare la circolazione, oltre che del virus, anche di cultura, idee, passioni, emozioni e, non ultimo, lasciare sul campo un considerevole tributo in termini occupazionali ed economici.

Il Decreto, all’Art1 lettera b, recita “sono sospese le manifestazioni e gli eventi di qualsiasi natura, svolti in ogni luogo, sia pubblico sia privato, che comportano affollamento di persone tale da non consentire il rispetto della distanza di sicurezza interpersonale di almeno un metro”, lasciando di fatto ai gestori o ai proprietari delle sale, la decisione se chiudere o meno, quando di fatto è evidente che tale eccezione, pur consentita dalla norma, sia nei fatti inapplicabile per i cinema e per i teatri, che dovrebbero garantire il rispetto di tale limite nei foyer, in biglietteria e applicando riduzioni della capienza delle sale del 75%, quando la maggior parte dell’affluenza, almeno per le sale teatrali è legata agli abbonamenti. Poiché la norma risulta palesemente inapplicabile, riteniamo che la volontà del legislatore sia a favore della sospensione delle attività, sarebbe dunque auspicabile che la cosa fosse più chiara, per non dare adito a contenziosi e, soprattutto, perché possa aprire alla possibilità di ricorrere ad ammortizzatori sociali e misure a sostegno dei danni di natura economica e occupazionale che ricadono in un settore, quello dello spettacolo, già fragile di per sé.

Intanto le 6 Residenze della Rete Teatrale Aretina (Officine della Cultura, NATA, Kanterstrasse, Diesis Teatrango, Teatro di Anghiari e Anghiari Dance Hub) hanno messo assieme i loro dati, per constatare che questo mese di chiusura porta, per il solo nostro sistema, all’annullamento (non si sa se recuperabile) di 42 spettacoli in provincia, 82 recite e concerti in tournée, 70 proiezioni cinematografiche, 45 laboratori, per un totale di circa 200.000 Euro di ricavi, azzerando di fatto il lavoro di quasi cento tra artisti, tecnici e organizzatori. Ci auguriamo che nella definizione delle misure economiche che seguiranno a quelle della limitazione delle attività, si tenga conto anche di un settore colpito in modo diretto dalle giuste ma dolorose scelte per la salvaguardia della salute.