Home Arezzo Il Passioni Festival è tornato: il 1° luglio serata evento “Il caso Moro” con ospite Walter Veltroni

Il Passioni Festival è tornato: il 1° luglio serata evento “Il caso Moro” con ospite Walter Veltroni

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Il Passioni Festival è tornato: il 1° luglio serata evento “Il caso Moro” con ospite Walter Veltroni

Dopo un’attesa lunga un anno torna l’Arezzo Passioni Festival: lo fa in presenza e in sicurezza, nel rispetto delle normative anti Covid, per un evento che rappresenta un gustoso assaggio della nuova edizione estiva, in programma nella seconda metà di luglio. Ospite d’eccezione per il primo appuntamento del 2021, dal titolo “Verso il Passioni Festival”, è un amico delle kermesse come Walter Veltroni.

Introdotto dall’ideatore della manifestazione, Marco Meacci, e intervistato dai giornalisti Luca Caneschi, direttore di Teletruria, e Salvatore Mannino, vice caposervizio Arezzo de La Nazione, presenterà il suo ultimo libro “Il caso Moro e la Prima Repubblica. Breve storia di una lunga stagione politica” (Solferino).

La cornice dell’incontro sarà quella del parco della Tenuta di Frassineto (via del Duca 14, località Frassineto, Arezzo) location suggestiva immersa nel verde della Valdichiana, a pochi chilometri dal centro cittadino di Arezzo: si tratta di una villa-fattoria risalente al XVII secolo, modificata nell’Ottocento, di particolare pregio e interesse storico-artistico, oggi specializzata nella produzione di vino di qualità. A partire dalle ore 20 si terrà la presentazione della realtà vitivinicola della tenuta. A seguire, dalle ore 21, si svolgerà l’incontro letterario, preceduto dal saluto del presidente della tenuta Enrique Miserocchi.

La partecipazione è grauita, ma è obbligatoria la prenotazione scrivendo a [email protected]. L’evento, coordinato da Marco Meacci e Mattia Cialini, è in collaborazione con la Tenuta di Frassineto ed è realizzato con il sostegno di Atlantide Adv e di Feltrinelli Point Arezzo.

Per Walter Veltroni, 65 anni, romano, si tratta di un ritorno al Passioni Festival. E’ stato sindaco di Roma, vice presidente del Consiglio italiano, ministro dei beni culturali. E’ scrittore di saggi e romanzi. E’ giornalista (in questi giorni sta seguendo gli Europei per la Gazzetta dello Sport, come opinionista) ed è anche regista. La sua ultima fatica letteraria è “Il caso Moro e la Prima Repubblica”. Un libro che nasce dall’esigenza di rispondere a un interrogativo: quando e perché è finita la Prima Repubblica? Veltroni ricostruisce un intero, travagliato, capitolo della storia nazionale a partire dal rapimento e dall’uccisione di Aldo Moro, che mette fine al disegno politico più ambizioso del secondo dopoguerra, un’alleanza tra la Dc di Zaccagnini e il Pci di Berlinguer, e apre una crisi che forse non si è mai chiusa.

Quell’automobile traforata di colpi, quei giornali sparsi sul sedile posteriore, quel corpo coperto da un lenzuolo, quel rivolo di sangue che attraversa l’asfalto di via Fani. Immagini, impresse nella nostra memoria, che scandiscono un passaggio d’epoca”, scrive Veltroni. E’ il punto di partenza per un’analisi che attraversa gli anni del terrorismo e della strategia della tensione, che parla degli attentati e dei servizi segreti, delle sfide elettorali e delle mancate riforme; da Andreotti a Craxi, da Leone a Cossiga, dal rischio di un colpo di Stato alla scoperta dell’organizzazione segreta Gladio, dalla P2 a Tangentopoli e oltre. La memoria nazionale viene stimolata grazie a ricordi personali e quelli di alcuni protagonisti dell’epoca, con le testimonianze di Virginio Rognoni, Claudio Martelli, Emma Bonino, Beppe Pisanu, Claudio Signorile, Rino Formica, Aldo Tortorella, Achille Occhetto, Mario Segni. C’è anche un’intervista a Prospero Gallinari, carceriere dello statista democristiano assassinato. L’inchiesta cerca di scavare nel passato per portare alla luce ciò che ancora grava sull’Italia di oggi.