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In presenza del Segretario Nazionale PD Enrico Letta. Appunti per le Agorà democratiche

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In presenza del Segretario Nazionale PD Enrico Letta. Appunti per le Agorà democratiche
Giuseppe Giorgi

Non solo un benvenuto al Segretario Letta, deputato del collegio Toscana 12 di cui fanno parte importanti comuni della provincia di Arezzo ma anche la sintonia per una linea politica. Le mie sono sollecitazioni, sottolineature per un lavoro che rafforzi il PD comunità aperta al nuovo da interpretare e da realizzare partendo dalle attese dei piccoli.

Comunità che sappia coniugare nel suo programma politico diritti sociali e diritti civili. Ho più volte pensato il PD come partito del Lavoro, attento alla dignità della persona. Il lavoro che manca, la grave piaga della disoccupazione giovanile, lavoro spesso sottopagato, insicuro, in breve per quei piccoli che possono essere grande parte del nostro popolo che potrebbe rifugiarsi e in parte lo fa già nell’astensionismo elettorale.

Oggi viviamo una stagione di grande interesse sociale se sapremo utilizzare bene le risorse del PNRR e incito il partito a farsi carico di un impegno per lo sviluppo della persona umana. Un nuovo umanesimo italiano ed europeo. Negli ultimi mesi mi ritrovo a rileggere Maritain e Mounier e ne annoto la modernità e fecondità. Sì, la speranza di una società che superi la logica conservatrice del prodotto interno lordo, del capitalismo caritatevole, quando lo è. Segnalo una impressionante scia sanguinosa che, quotidianamente, nel nostro Paese e anche nella nostra provincia, ultima in ordine di tempo a Cortona, uccide, ferisce i lavoratori.

Il PD è nato anche per combattere con politiche attive gli infortuni sul lavoro per la sicurezza nel lavoro, sia dunque anche il partito della formazione professionale permanente e continua. Oggi è il tempo di agganciare il PNRR a un grande piano nazionale sulla F.P. che modernizzi il mondo del lavoro, lo metta in sicurezza, ponga la persona lavoratrice al centro di quello che scriviamo spesso e realizziamo poco: lo sviluppo sostenibile. C’è un grande lavoro da fare come PD partito del lavoro.

Noi siamo una comunità politica, che s’incontra, si confronta, propone e Letta e Zingaretti ci hanno ridato la dignità di partito che lavora in squadra, PD dei territori. Con chiarezza, unire il partito di comunità alla prossimità; è questa la modernità che mi ha fatto scegliere quella che chiamo la “bella politica”. La lotta a superare l’individualismo, la polverizzazione sociale, anche di strati sociali di riferimento, i piccoli, gli ultimi, che sono nostro riferimento sociale, è difficile, complessa e non ha bisogno di pasdaran ma di donne e uomini “liberi e forti” che usino intelligenza e militanza per riprendere con generosità il percorso dell’alternativa democratica. Al “ci penso io” propongo quell’insieme si può” che l’associazionismo cattolico mi ha insegnato nella pratica del territorio dei circoli.

Note, spigolature, sollecitazioni che sintonizzino il PD dei diritti sociali ai diritti civili. Anche qui si gioca la difficile partita di modernizzazione del Paese, della nostra provincia.

Da tempo lavoro per una questione di civiltà che attraversa la coesione sociale: lo ius soli/ius culturae. Qui il PD di questo tempo, il nostro tempo direbbe Moro, deve svolgere un grande lavoro di formazione, di discernimento, di comunicazione politica e azione sociale. Crediamo davvero in una società interculturale, accogliente, solidale che sappia valorizzare le differenze?

Il PD prenda la testa del movimento per lo ius soli, ne caratterizzi le relazioni con lo ius culturae, svecchi l’Italia e la nostra provincia da arretratezze, vecchie mentalità, barriere e muri, si batta per una società delle solidarietà e dell’accoglienza che Papa Francesco propone come prospettiva globale.

Segnalo al partito provinciale di Arezzo e al Segretario Nazionale la sottolineatura di una più decisa svolta ambientalista del PD.

Si parla molto di clima, di ambiente, di sviluppo sostenibile ma ora c’è bisogno che il PD, insieme al lavoro, ponga la questione ambientale come priorità della sua agenda politica a livello nazionale, provinciale, comunale. Non è solo per la mia ascendenza cattolico democratica che segnalo la “Laudato Sì” di Papa Francesco come una autentica stella polare nella relazione persona/natura per il nostro agire in politica. L’occasione dell’Assemblea territoriale provinciale di Arezzo alla presenza del Segretario Letta mi permette di sollecitare coraggio e azione: il coraggio a uscire insieme dai solipsismi e l’azione per uscire dalle tende, a volte dall’autoreferenzialità.

La strada delle Agorà democratiche è quella di una novità e di una alternativa da praticare. Utili le Agorà per le campagne elettorali ma fondamentali se metodo, modalità di confronto plurale territoriale. Riparto dal mio territorio, ad esempio, dal quartiere di Saione, ad Arezzo, là dove esistono le difficoltà sociali, le barriere razziste, il disagio sociale, là il Circolo apra un percorso di Agorà. E’ la questione della relazione politica che urge sulle Agorà con responsabilità di coordinamento provinciale. Organizzare le priorità con la creazione di Coordinamenti di vallata che prendano la via virtuosa dell’ascolto e delle scelte programmatiche comuni. Circoli territoriali veri con piani di programma concertati e sostegni finanziari trasparenti e certi a cui si dedichino professionalità etiche, come mi chiedeva di rappresentare, a livello di Assemblea Nazionale, il Circolo Aurora di Arezzo.

Ascolto e insieme, meglio se con un Nuovo Ulivo!

Giuseppe Giorgi
Consigliere Nazionale PD