AREZZO – Progetti certi per i futuri percorsi ad Arezzo dell’Università di Siena. A richiederli sono le Acli di Arezzo che, nonostante le dichiarazioni di potenziamento da parte del rettore, evidenziano preoccupazioni nei confronti della disattivazione del Dipartimento di Scienze della Formazione al campus del Pionta per il rischio di ulteriore impoverimento della città e per la mancata condivisione di prospettive sicure. L’associazione è da sempre attenta ai temi della formazione al mondo del lavoro e, di conseguenza, rivolge un invito all’amministrazione comunale ad un forte e deciso impegno in difesa degli interessi culturali di studenti e cittadini, oltre che del personale impegnato nello stesso campus, attraverso la tutela dell’importante polo locale.
Le Acli avanzano l’esigenza di prevedere un consiglio comunale aperto da convocare entro un mese a cui invitare il rettore per presentare i progetti di potenziamento, i finanziamenti previsti e i tempi sicuri di realizzazione, rendendo così trasparenti e condivise le intenzioni dell’Università di Siena. L’obiettivo, infatti, è di ottenere certezze sulla reale intenzione di mantenere un’offerta formativa di alto livello in città, evitando un ulteriore impoverimento del territorio che negli ultimi anni ha già perso la Soprintendenza e la presidenza della Camera di Commercio a favore di Siena.
«Il percorso degli ultimi anni di decentramento verso Siena è evidente – spiega Luigi Scatizzi, presidente delle Acli provinciali di Arezzo, – con una perdita altrettanto evidente di opportunità economiche, sociali e culturali. L’esempio più lampante è rappresentato dalla presidenza della Camera di Commercio che è andata a Siena anche se Arezzo vantava un sistema imprenditoriale molto più forte e consolidato. Le sorti del dipartimento universitario rappresentano un serio motivo di preoccupazione perché, di fronte alla certezza della disattivazione, non è stata presentata un’alternativa reale e concreta che possa tranquillizzare studenti e cittadini. Chiediamo dunque unità e fermezza istituzionale per affrontare questo tema».