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Consiglio Comunale 26 maggio 2022 / la Tari

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Consiglio Comunale 26 maggio 2022 / la Tari

Partendo dal Piano economico-finanziario del servizio rifiuti per l’anno 2022, gli assessori Alberto Merelli e Marco Sacchetti sono pervenuti a illustrare le tariffe Tari per l’anno in corso.

Il piano registra un costo totale del servizio a carico del Comune di Arezzo di 20.194.000 euro con un più 2,8% rispetto al 2021.

“Come è oramai noto – ha rilevato l’assessore Marco Sacchetti – l’ente locale è spogliato dalle sue storiche funzioni. Mentre fino al 2019/2020 c’era una correlazione tra progettualità dei servizi ed effetti sul Pef, oggi non esiste più questo rapporto diretto a causa dei criteri tariffari sostanzialmente stravolti. Non solo non abbiamo potere d’azione sul riverbero dei costi ma c’è anche un’altra conseguenza che muove dal paradigma per cui non è più possibile ragionare sui servizi locali ma solo su quelli di ambito: sta profilandosi infatti il progetto di un nuovo livello di raccolta teso a privilegiare in maniera estesa il porta a porta”.

Per Roberto Bardelli “ogni volta siamo chiamati meramente a ratificare scelte altrui assumendo la scomoda veste di esattori. Serve una riflessione a 360 gradi, condivisa tra varie amministrazioni locali e in sede Anci, sicuramente non è corretto proseguire su questa strada”. Per Michele Menchetti “il porta a porta così non ha funzionato, non c’è la minima tracciabilità e la possibilità di una tariffa puntuale. Ma ci sono anche degli studi che dimostrano come con la differenziata si possono creare molti posti di lavoro”. Roberto Cucciniello: “è giusto sottolineare che adottando il porta a porta bisognerebbe implementare il ritiro, venendo incontro al cittadino ed evitare che le terrazze siano trasformate in cassonetti”. Donato Caporali: “l’azienda entrata nella compagine societaria del gestore è una leader a livello italiano, la percentuale di raccolta differenziata nei Comuni dove opera, anche con il porta a porta, raggiunge percentuali fino all’80% di Parma. Diamole fiducia e facciamola diventare un nostro interlocutore. E che fine hanno fatto gli utili di Aisa impianti, perché non vengono utilizzati per abbassare la Tari?”. Valentina Sileno: “frequento una città della Toscana dove funziona il porta a porta e ogni giorno feriale c’è il ritiro di qualcosa. Se è una città della regione perché la stessa soluzione non viene adottata anche ad Arezzo? Il 10 maggio 2021 inoltre abbiamo avuto una variazione di bilancio con cui il Comune ha adottato il piano ‘Arezzo non molla e riparte’, con la previsione di 2 milioni di euro di riduzione della Tari. Se siamo stati così bravi nel 2021, perché non possiamo farlo nel 2022?”. Simon Pietro Palazzo: “invito tutti a fare il conto tra gli oltre 20 milioni del Pef e gli abitanti di Arezzo: viene più di 190 euro a testa. È un calcolo all’ingrosso ma è partendo da questo che va posta la domanda: siamo soddisfatti del servizio di gestione del ciclo dei rifiuti? Di certo possiamo affermare: più è grande maggiori sono i costi. Non può essere attuale e ‘ottimale’, nonostante venga definito così, un modello che va da Sestino all’isola del Giglio”. Marco Donati: “quello che mi preoccupa è il futuro, perché andremo verso un modello di tariffa puntuale rispetto al quale il territorio non è pronto. Ci sono i temi dell’educazione nelle scuole, della sensibilizzazione degli utenti, ogni Comune ha inoltre la sua morfologia. L’invito a dialogare con il gestore va nella giusta direzione. Trovo l’atteggiamento dell’amministrazione comunale sull’impianto di San Zeno molto altalenante”. Francesco Lucacci: “in Germania da anni è stata attuata una politica di chiusura delle discariche e questo ha portato alla costruzione di termovalorizzatori all’interno delle città. In Italia è stata fatta una scelta opposta che reputo sbagliata. Se pensiamo che il 30% dei rifiuti non è trattabile, bisognerebbe dire basta al terrorismo psicologico contro gli impianti che diventano, e torno al caso tedesco, produttori di energia e dunque risorse economiche. Inoltre, riportare certe produzioni industriali in Europa, l’idea che sta prevalendo a seguito della crisi internazionale che stiamo vivendo, avrà conseguenze sull’inquinamento e dovremo agire con approccio ambientale pragmatico, il contrario di quello che abbiamo registrato finora nel nostro Paese”.

“La possibilità di utilizzare la fiscalità generale per ridurre la Tari – ha ricordato l’assessore Alberto Merelli – non è ammessa nel 2022 come lo era nel 2021”. “In realtà – ha aggiunto l’assessore Marco Sacchetti – con il socio industriale abbiamo una collaborazione e confido, anche sulla base delle prime simulazioni che ci sono state fornite, che le performance ambientali ottengano gli obiettivi prefissati, anche per quanto riguarda il bilanciamento dei costi del servizio. Per quanto riguarda Aisa impianti, posso dire che la giunta Ghinelli lascerà in eredità una società che vale cinque volte più in termini di capitalizzazione. È un patrimonio pubblico ottimizzato”.

“Quando si è profilata l’eventualità – ha dichiarato il sindaco Alessandro Ghinelli – di un’Ato unica della Toscana, in funzione delle difficoltà dell’Ato Toscana centro nello smaltimento dei rifiuti lì prodotti, la conseguenza sarebbe stata la libera circolazione dei rifiuti nel territorio regionale. Con Ato sud e Ato costa che avrebbero dovuto accettare supinamente i rifiuti dell’area fiorentina. Tutti i sindaci dell’Ato Toscana sud si sono subito opposti a questa Ato unica finché non è subentrata una soluzione diversa che si fonda sugli accordi tra gli Ato esistenti per trasferire i rifiuti tra l’uno e l’altro non in maniera automatica ma solo in caso di situazioni emergenziali. E queste hanno un inizio e una fine. La definirei una compensazione di mutuo soccorso, l’unica garanzia che abbiamo per far sì che questo transito tra centro e periferia avvenga sotto controllo e solo su richiesta della regione e approvazione dell’assemblea dei sindaci di Ato Toscana sud. In questa sede possiamo dire, forti dell’efficienza del nostro sistema, dove e quando conferire i rifiuti altrui. Ricordo poi che nei primi anni di mandato, abbiamo fatto di tutto per addivenire a una diminuzione della tariffa e cito la reinternalizzazione della gestione degli avvisi di pagamento. Al di là dell’aspetto specifico, le positive conseguenze di lungo respiro sono state la riduzione dell’evasione e della elusione, visto che il Comune di Arezzo si è sostanzialmente reimpossessato del database delle utenze. Dal 2020 è cambiato il mondo, per lo meno per due motivi: il primo è che ci siamo trovati a trattare con un nuovo metodo tariffario che si basa sulla copertura dei costi del gestore. Un principio che ha sovvertito le politiche dei Comuni e ce ne sono alcuni che hanno subito conseguenze ben peggiori di Arezzo in termini tariffari. Il secondo motivo è che oggi in Sei Toscana c’è un partner che ha partorito un piano industriale degno di questo nome. Se è vero che dobbiamo pagare in base all’efficienza del gestore, abbiamo la garanzia che quest’ultimo, in virtù della nuova composizione societaria, ha svoltato verso un approccio tale che confido sia foriero di un futuro abbassamento dei costi e, a cascata, delle tariffe”.

 

Al di là dell’aumento del Pef del 2,8%, per effetto del metodo Arera le tariffe per le utenze domestiche subiranno un incremento maggiore. Il metodo suddetto, infatti, rovescia il rapporto tra parte fissa della tariffa, pagata in base alla superficie occupata, e parte variabile, quella che dipende dal numero dei componenti del nucleo familiare, a vantaggio di quest’ultima.

“Se finora i costi fissi prevalevano nel calcolo della Tari – ha sottolineato Alberto Merelli – adesso i costi variabili ‘pesano’ molto di più rispetto al passato e i Comuni italiani sono costretti a coprirli. Agendo sui cosiddetti coefficienti tariffari, il Comune di Arezzo ha cercato in tutti i modi di mitigare questa catena di causa ed effetto per cui una famiglia numerosa avrebbe subito un rincaro eccessivamente sperequativo rispetto, ad esempio, a una persona singola”.

Venendo alle utenze non domestiche, è stato innanzitutto rilevato come lo scorso anno, a carico del bilancio comunale, erano state finanziate per alcune categorie, ad esempio cinema, teatri e ristorazione, le più colpite dagli effetti della pandemia, consistenti riduzioni della Tari a carattere straordinario.

“Questa situazione – ha concluso Merelli – è fondamentalmente venuta meno ma allo stesso tempo sarebbe stato penalizzante far tornare a pagare la Tari ‘piena’ a queste imprese. Per esse, dunque, l’aumento tariffario previsto per il 2022 viene attenuato per evitare uno ‘choc fiscale’. La compensazione del conseguente minor gettito verrà dalla Tari 2022 applicata alle categorie economiche che non avevano beneficiato di alcuna agevolazione nel 2021 perché non colpite dalle chiusure: l’aumento per queste ultime rappresenterà una sorta di bilanciamento. Per il ritorno alla ‘normalità’ per la Tari non domestica è stata scelta una soluzione graduale”.

Entrambe le delibere sono state approvate.