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“Signa Arretii”: il vicepresidente Baldi illustra la mostra su Campaldino

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“Signa Arretii”: il vicepresidente Baldi illustra la mostra su Campaldino
La disposizione dei costumi e dell'opera di Dalo nella sede di Signa Arretii

Di Andrea Giustini

Questo weekend, durante la Fiera dell’Antiquariato, l’Associazione “Signa Arretii” aprirà la propria sede al pubblico con un’esposizione dedicata alla Battaglia di Campaldino. “Aspettando la Battaglia – Soldati a Campaldino: Ricostruzione di Abiti e Armamenti” fa parte delle iniziative di quest’anno in memoria dello scontro fra Guelfi e Ghibellini. Unisce rigore storico a bellezza artistica: sarà l’occasione per conoscere come davvero erano vestiti ed armati i soldati di Arezzo quell’11 giugno del 1289, e di rivivere le emozioni tragiche della battaglia attraverso le pennellate di Dalo, artista aretino che espone un dipinto dedicato. ArezzoWeb Informa ha deciso di contattare “Signa Arretii” e Daniele Baldi, vicepresidente dell’Associazione, ha illustrato le ragioni e lo spirito di quest’iniziativa.

Come nasce l’idea di “Aspettando la Battaglia – Soldati a Campaldino: ricostruzione di abiti e armamenti in mostra”?

«L’idea nasce all’interno della programmazione degli eventi per la commemorazione dei caduti della battaglia di Campaldino. Da diversi anni, la nostra associazione organizza in questo periodo dell’anno eventi con l’obiettivo di mantenere viva la memoria e approfondire la conoscenza di questi tristi fatti, accaduti oramai più di 700 anni fa, che hanno cambiato per sempre il destino della nostra terra. Ci siamo quindi detti che sarebbe stato interessante, durante l’apertura della sede in occasione della Fiera antiquaria di giugno, poter mettere in mostra alcuni abiti storici realizzati dai soci del nostro gruppo di approfondimento storico e culturale, per poter far vedere a chi è abituato ad associare l’abbigliamento militare medievale con quello della Giostra del Saracino, come dovevano apparire molto più realisticamente i nostri soldati (ovvero molto meno colorati e “scenici”). Ci è poi venuta l’idea di accompagnare la mostra con un’opera dell’artista Dalo, pittore che si è da tempo appassionato ai temi medievali e da qualche anno anche alle iniziative della nostra associazione».

Come sono stati realizzati i costumi? C’è stato uno studio particolare dietro?

«Circa 5 anni fa, fu deciso di realizzare un lotto di abiti militari medievali, composti da un serragente (l’antica denominazione di sergente) e da alcuni fanti. Una volta definito accuratamente quale dovesse essere l’aspetto che avrebbero dovuto avere questi costumi, con testimonianze documentarie e soprattutto iconografiche del periodo storico, sono stati realizzati in parte artigianalmente dai membri del gruppo ed in parte rivolgendosi a sartorie e commercianti del settore, visitando fiere e mercati tematici. Come si potrà vedere, ognuno costume è diverso dagli altri: perché all’epoca la dotazione era personale ed andava in base alle disponibilità economiche del singolo».

La disposizione dei costumi e dell’opera di Dalo nella sede di Signa Arretii

Come sono disposti i costumi nella sede di “Signa Arretii”?

«La disposizione della mostra vuole ricreare il senso dinamico di un’imminente missione di combattimento e quindi del clima che si poteva respirare. Il serragente (che si trova sulla destra) si rivolge ai fanti, con gesto di comando, a indicare una possibile direzione verso la battaglia, mentre le posture dei 3 fanti esprimono diversi atteggiamenti rispetto alla chiamata del serragente: 2 sono già in posizione sulle proprie armi, intenti ad ascoltare le istruzioni del superiore, quello centrale è in movimento, sta giungendo anche lui alla chiamata al combattimento. Le figure sono disposte a semicerchio in modo da permettere al visitatore una piena visuale e di essere “parte” anch’esso di questo concitato dialogo di guerra».

Qual è lo scopo della mostra?

«La mostra ha lo scopo di approfondire la conoscenza di alcuni aspetti legati al mondo medievale, ma anche di iniziare ad accendere i riflettori che illumineranno la strada fino all’11 giugno, giorno della battaglia di Campaldino, nel quale sono in programma varie iniziative della nostra associazione affiancata dai Comuni di Firenze, Arezzo e Poppi».

Perché l’Associazione commemora ogni anno i caduti della battaglia di Campaldino? Cosa rappresenta per “Signa Arretii”?

“Signa Arretii”, oltre a rappresentare il Comune di Arezzo nella Giostra del Saracino, ha voluto concentrare i propri sforzi anche su altri fronti, ad esempio per promuovere la conoscenza della storia e  cultura della nostra terra. Fino a qualche anno fa in generale non c’era molta conoscenza e consapevolezza di cosa avesse rappresentato la Battaglia di Campaldino per la nostra città. Quindi con il nostro operato siamo felici di poter portare a galla le tematiche legate all’argomento, che sicuramente sono in grado di appassionare molte persone e così facendo ricordare i molti aretini morti in battaglia per difendere la nostra terra».