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Ucraina, Battiato e la Strategia del Vincere Perdendo

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Ucraina, Battiato e la Strategia del Vincere Perdendo
Non mi stancherò mai di esaltare il discorso di Steve Jobs.
In uno dei suoi elementi di straordinaria potenza creativa parlava della capacità di unire i punti invisibili che abbiamo davanti e crearne un’armonica logica che porti ad un nuovo risultato, ad una utile prospettiva.
Per Noi, dopo 2 anni di Nebbia Covid, vedere i punti che vadano oltre la quotidiana sopravvivenza è una operazione elicotterica quasi impossibile. Cioè dovremmo come un elicottero alzarci sopra la nebbia per vedere con una visuale più limpida il da farsi.
Facciamo invece come diceva un vitale capitolo del Manuale di Marketing di Philip Kotler,
Dopo avere completamente perso di vista la meta, raddoppiammo gli sforzi.
Quindi è come girare a vuoto.
I social sono popolati da formichine che combattono la quotidiana necessità di sopravvivere alle intemperie della Vita,
per cui siamo ammorbati da frasi ed immagini del Combattere, Arrendersi Mai, e simili che raccolgono l’applauso degli Amici Digitali.
Diciamo che spesso è più un training autogeno di auto convincimento,
che una esclamazione dopo una attenta analisi delle cose e delle azioni.
Figurarsi in Ucraina dove la Sindrome Automatica del Resistere e Combattere è ai massimi livelli.
  • PRIMO PUNTO. Ucraina deve andare oltre l’Impulso

L’Ucraina deve rendersi conto che la partita a scacchi in cui è coinvolta ha poche semplici mosse .
  • La Russia è enormemente militarmente più potente
  • L’Ucraina NON può contare che sulle Sue Forze, perché se Europa o USA intervengono direttamente è una catastrofe.
  • ILLUSIONE – Il fatto che la Russia non abbia velocemente conquistato l’Ucraina è dovuta solo alla modalità particolare dell’intervento. Prevede il minor spargimento di vittime possibile, Fa la Guerra col Freno a Mano Tirato. Tende ad accerchiare le città più che a trasformarle in nuove Stalingrado, perché non vuole aumentare l’odio eterno che gli Ucraini potrebbero portare. Quindi quando i Russi trovano una resistenza consistente non raddoppiano lo sforzo, ma arretrano per non provocare uno scenario cruento. Eravamo abituati alle modalità USA di migliaia di incursioni aeree in un giorno, con sistemi, usando bombe, simile al Metodo Napalm in Vietnam. Qui è diverso, non è debolezza Russia, ma differente cauta strategia.
  • Quindi l’Ucraina non avrà scampo. Duole dirlo, ma questo sarà il futuro.
Capisco che il presidente ucraino, nei suoi reconditi pensieri, non espressi pubblicamente, non possa illustrare al suo popolo la situazione descritta sopra. Si porta già addosso il sospetto che sia stato inviato alla presidenza come fantoccio dalla regia di un piano superiore.
Putin non sarà piegabile né con la Guerra, né tantomeno con le Sanzioni Economiche. Come già successo in un passato recente in Italia, colpiscono chi le infligge, e non il destinatario.
Ricordo agli smemorati. In una situazione più cristallina dell’attuale, quando Obama ordinò anche all’Italia di abbaiare alla Russia, l’Orso Russo, in un solo giorno, bloccò le importazioni dall’Italia. Centoundici aziende italiane chiusero, e oltre 3.000 Italiani andarono a spasso.
Le aziende italiane sono decenni che hanno instaurato affari con l’Ucraina e la Russia tra vampate di business e repentini ritorni in patria. Un caldo-freddo che ha lasciato sul campo soldi italiani, aziende in crisi, migliaia di famiglie in crisi, come quella attuale.
Mi dirai che l’Italia però resistette, Partigiani e Resistenza, e fu libera.
NON RESISTETTE, FU LIBERATA grazie all’intervento degli Americani, altrimenti tuttora eravamo ancora tutti negli Appennini con i fucili che sparano tappi di sughero.
In Ucraina non è possibile l’intervento diretto di altri Paesi.
  • SECONDO PUNTO. Battiato e la Strategia del Giunco

L’album di Franco Battiato – Apriti Sesamo – ha al suo interno ha un pezzo in lingua – la ritengo lingua, e non dialetto – siciliana che è Caliti Junku.
Caliti junku, ca passa la china
è un’espressione tipica che esprime il piegarsi come duttilità che diventa strategia.
E’ il Principio del Giunco.
Che si abbassa, evita la piena, ma mantiene la propria identità, tornando, scampato il pericolo, ad esercitare il suo ruolo di giunco. Alto, irto, orgoglioso. Quindi un inchinarsi all’acqua, piegarsi per farla passare meglio, e non spezzarsi, male peggiore. Quindi un Vincere con una Apparente Sconfitta.
Gandhi ed il Dalai Lama che hanno espresso concetti simili devono essere stati segretamente all’Università di Canicattì.
Richard Bach, quello del Il Gabbiano Jonathan Livingston, in un altro dei suoi libri Le ali del tempo,  ha magistralmente espresso un grande concetto in una piccola frase:
A volte, l’unico modo per vincere è arrendersi.
Ci sono giorni in cui bisogna lottare e altri in cui è meglio arrendersi.
La difficoltà sta nel capire quale giorno è oggi.
La parola “arrendersi” è diventata per noi sinonimo di disfatta, perdita, fallimento; ormai, nel nostro moderno sentire comune, pensiamo che arrendersi sia una vigliaccata ma siamo sicuri che sia proprio così?
Proviamo a valutare bene cosa sia insito nell’atto dell’arrendersi.
La constatazione è che viviamo in una società che ci condiziona fortemente. Uno dei condizionamenti peggiori cui siamo sottoposti fin da piccoli è il credere che più facciamo, più otteniamo.
Spronare le persone ad essere attive è cosa buona e saggia. Nulla si può fare senza una buona volontà, un saper fare ed il materiale occorrente. Ma, il voglio quindi posso è un azzardo soprattutto se ciò che vogliamo non dipende solo da noi.
Meglio sarebbe: voglio quindi ci provo con tutte le mie forze e magari ci riesco.
Se, dopo averci ostinatamente provato, ci rendiamo conto che non ci è proprio possibile modificare ciò che non ci sta bene,
arrendersi non è da considerarsi atto di fuga vigliacco ma, piuttosto, è un atto saggio nato dall’attenta valutazione dei fatti in essere.
Insistere nei tentativi sarebbe assolutamente deleterio sia per noi, sia per la situazione.
Sarebbe un po’ come giungere sul bordo di un precipizio, e, non volendo prendere atto del vuoto, continuare imperterriti a camminare. L’unico risultato sarebbe sfracellarci al suolo.
Moltissime sono le situazioni in cui vorremmo che le cose andassero in un verso a noi gradito, ma non sempre il risultato finale dipende solo da noi.
Insistere nel tentativo spasmodico di armonizzare le situazioni a nostro insindacabile piacimento, portato all’eccesso, è inutile e dannoso. In molti casi, ci costringe a dire o a fare cose che fanno urlare vendetta alla nostra dignità.
Meglio arrendersi ritrovando in noi la calma e la serenità. Accettare compromessi dignitosi e soddisfacenti anche se non giungono ai traguardi che avremmo voluto raggiungere. Liberarci decisamente e definitivamente di ciò che sappiamo già non essere ciò che avremmo voluto.
Saltiamo!
Ma non nel precipizio che non abbiamo voluto vedere, ma di gioia nel ritrovare una serenità di Vita che per troppo tempo ci è mancata.
Arrendersi a ciò che è nei fatti senza inseguire spasmodicamente ed ossessivamente chimere irraggiungibili. È un atto liberatorio che taglia le catene da noi stessi volute e ci ridà la gioia di vivere liberi e felici.
Questo è il Dilemma degli Ucraini. 
  • TERZO PUNTO. Arrendersi per Vincere Tutti

L’Arrendersi dell’Ucraina porterebbe istantaneamente alla Vittoria di tutti, Ucraina inclusa per prima.

Si fermerebbe questa emorragia di dispendio di risorse di Sangue e Lacrime per le Famiglie che Fuggono, per Chi le Accoglie. Non si manderebbero a combattere volontari ucraini – come il loro tennista – che non hanno mai usato un fucile e non sanno come usarlo.

Fermare ORA la guerra sconfiggerebbe gli USA, registi di tutto questo spettacolo, che traggono da lontano la loro sorniona vittoria … col Culo degli Altri.
Fermarsi e trattare, ogni pretesa della Russia è cosa migliore del continuare questo scenario Perdente e Rischioso.
  • QUARTO PUNTO. Un Piccolo esempio del passato: Berlusconi e l’incompiuta Strategia del Giunco

Il plurivituperato Berlusconi, qualsiasi cosa faccia od abbia fatto, una parte politica lo ha demonizzato, ridicolizzato, indebolito con piccoli morsi quotidiani costanti come le iene fanno con prede enormi, con grosse cornate frontali come il toro contro un altro toro in una battaglia di gelosia di potere. Lui fece una operazione col plurivituperato – qui abbastanza con ragione – Gheddafi. Un’operazione che fece sgranare gli occhi a tanti Italiani, specialmente agli schizzinosi di Sinistra.
Berlusconi che non è certo uno sguattero di servilismo politico. Spesso ostenta il suo innegabile successo. Non è neppure facile da sottomettere a parole e a fatti. Quando ebbe a concludere lo stillicidio pluridecennale della Libia, attuò con un repentino ed inaspettato colpo di teatro, la Strategia del Giunco.
Guardò in faccia la realtà, e capì che l’interlocutore non era un incravattato occidentale dalle tattiche usuali di politica a noi conosciuta. Ma trattava con l’inventore del terrorismo aereo, ricordarsi dell’abbattimento dell’aereo della Pan Am. Bin Laden aveva i pannoloni mimetici ed un fucilino di legno con l’elastico. E’ colui che organizzava lo stillicidio di barche verso Pantelleria. Barche con un sapiente mix all’interno. Un copione che prevede donne incinta a bordo e bambini che fanno facile bancomat nella stampa italiana e ne lo core caritatevole, quasi suicida degli Italiani. Uno stillicidio di barche come la tortura cinese. Questa prevede che una goccia di acqua cada nella fronte della vittima per giorni e giorni sino a provocarne una sorta di pazzia. Qua e là rafforzata da smitragliate dalle guardie costiere contro i nostri pescatori.
Ebbene Berlusconi si mise, in un innovativo kamasutra politico, a novanta gradi come il giunco. Baciò la mano con un percepito senso di repulsione. Fece installare la tendopoli a Roma. Promise la costruzione gratuita di 100 km di autostrada in Libia, ed altri mini episodi di Gandhiana ispirazione alla umile, ma intelligente, sottomissione. Placò l’ego di Gheddafi purché si facesse finita, voltasse pagina nell’interesse, anche e sopra tutto, delle aziende italiane operanti in Libia.
Ma l’Italia anche quando fa un’operazione di raffinata innovativa filosofia politica – fare finta di prenderlo in quel posto – s’imbatte nelle braccia della Dea Sfiga.
La finzione diventa cruda emorroidea realtà.
Gheddafi, esaudito nelle sue bramosie di rivalsa, quando doveva mantenere gli impegni, venne dopo pochi mesi fatto fuori. Le aziende operanti in Libia piombarono di nuovo nel caos.
Sarebbe stato meglio che la strategia del Giunco fosse stata portata a completo compimento. Oppure, con fredda pensata, sarebbe stato meglio lasciare quei paese al loro interno evolversi. Accelerarne gli eventi nella Presunta Vittoria di Democrazia vide la Reale Sconfitta di aziende italiane, vittima della mancanza di una strategia utilitaristica di politica estera.
L’amara ulteriore sensazione è che oltre alla mancanza di Onestà di chi ci governa è presente la mancanza del senso della Realtà.
Una è detonatore
e l’altra è proiettile del nostro strusciante suicidio. 

Togliamoci in fretta la pistola dalla tempia, aiutiamo l’Ucraina ad arrendersi.

Piero ROSSI
Aretino Turista ad Arezzo,
itAlien Immigrato in Italia
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