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Chi visita le Foreste Casentinesi? Cosa consiglia per migliorare? L’inchiesta condotta dal Parco

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Chi visita le Foreste Casentinesi? Cosa consiglia per migliorare? L’inchiesta condotta dal Parco
Luca Santini

Un turista affezionato, consapevole e digitale, ecco quanto è emerso dall’Indagine sui visitatori del parco nazionale delle Foreste casentinesi, realizzato in colaborazione con APT Servizi Emilia Romagna nell’anno appena concluso.

I risultati hanno messo in evidenza la voglia di “vivere” il Parco di coloro che lo frequentano, specialmente per attività di escursionismo, con visite guidate, prendendo parte alle iniziative e apprezzando i prodotti tipici del territorio. Molto positivi sono i giudizi sull’accessibilità dei luoghi, la pulizia e la manutenzione dei sentieri. Giudicati buoni, ma con stimoli e suggerimenti a migliorare la cartellonistica, sono la gestione dei musei e dei siti culturali, la qualità/organizzazione delle visite guidate e la disponibilità di piste ciclabili, ippovie.

I temi dei trasporti per raggiungere il Parco e la mobilità locale sono quelli su cui i turisti rappresentano le maggiori criticità, chiedendo agli enti preposti di fare di più.

L’indagine, condotta nel secondo semestre del 2022, si inserisce nell’ambito della Carta europea del turismo sostenibile in riferimento all’azione intitolata “Il turista apprezza e consiglia… e il Parco ne fa tesoro”.  L’obiettivo è stato quello di analizzare la domanda turistica, le caratteristiche dei visitatori, le indicazioni sulle loro attività e i giudizi espressi. Sono stati raccolti circa trecento questionari, metà sul versante emiliano romagnolo e la restante parte su quello toscano, ben rappresentativi quindi dell’intero territorio.

Il primo dato emerso dall’indagine è la capacità del territorio di fidelizzare i turisti: il 90% dei rispondenti ha infatti visitato il Parco più volte e, nel 50% dei casi, lo ha fatto con la famiglia.  Sono sempre più utilizzati i canali digitali per informarsi sul Parco e sulle attività praticabili, in particolare il sito web e i social network. Il 40% ottiene stimoli e informazioni grazie al passaparola di amici e conoscenti. Circa la metà dei visitatori lo frequenta per fare attività di escursionismo, il 25% per puro interesse naturalistico e altri per il legame con il luogo, interesse culturale, sport, etc. Il 60% dei visitatori sa del riconoscimento UNESCO a Patrimonio dell’umanità, e il 30% di quello della Carta europea del turismo sostenibile (CETS), ottenuti dal Parco a confermare il valore e la visibilità degli impegni intrapresi dalla riserva e dai suoi stakeholder.

I visitatori del Parco nazionale sono molto legati al territorio, sempre più consapevoli e attenti al valore dell’ambiente, quasi a sentirsi custodi di quello spazio protetto che frequentano assiduamente.

L’indagine, nella sua seconda parte, ha preso in esame i visitatori che hanno pernottato nel Parco, raccogliendo ulteriori giudizi sulle strutture ricettive e sui servizi offerti. Le strutture scelte per il soggiorno sono un po’ di tutte le tipologie, con leggera prevalenza degli hotel (22,8%). Le motivazioni di selezione delle struttura vedono in primis la bellezza dell’ambiente circostante e poi la vicinanza dei luoghi di interesse. Per otto turisti su dieci è importante trovare informazioni su escursioni e itinerari nel Parco, per il 43,7% che la struttura adotti sistemi di sostenibilità ambientale nei consumi energetici e nell’offerta di cibi biologici. La qualità delle strutture ricettive, ed in particolare i servizi della ristorazione offerti, sono giudicati in modo molto positivo con giudizi di 3,8/4 su una scala da 1 a 5.

Giovedi 16 febbraio, a Santa Sofia (FC), durante il Forum della Carta europea del turismo sostenibile nel Parco nazionale, è stata illustrata l’indagine, rappresentando un’occasione per confrontarsi con gli stakeholder del territorio sugli elementi positivi emersi e gli aspetti da migliorare, su cui lavorare insieme.

Il Parco nazionale, nella convinzione che sviluppo e conservazione non siano valori in contrapposizione e che un approccio ecologico alla gestione delle foreste sia il modo più efficace di tutelare e valorizzare economicamente una risorsa inestimabile, si è posto da subito l’obiettivo di aprire canali di comunicazione e confronto con chi lo frequenta e lo abita. Dalla rilevazione sono emersi – oltre a sollecitazioni di attenzione e richieste di intervento in materie che incidono sull’area protetta ma non rientrano nelle sue prerogative gestionali – un deciso apprezzamento per le misure adottate nel campo della ricettività turistica. Queste hanno conferito valore aggiunto di appetibilità e sostenibilità e consentito il prendere forma di una forte riconoscibilità come patrimonio ecosistemico, estetico e ricreativo-ricettivo, connotata dall’innesto della forte identità culturale di questo tratto di Appennino con le finalità istituzionali dell’Ente“. Luca Santini, presidente del parco nazionale Foreste casentinesi, Monte Falterona e Campigna.