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La canzone di Achille di Madeline Miller

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La canzone di Achille di Madeline Miller

a cura di Roberto Fiorini

Madeline Mller ha un dottorato in lettere classiche alla Brown University e ha insegnato drammaturgia e adattamento teatrale dei testi antichi a Yale.
Il suo primo romanzo, La canzone di Achille edito da Sonzogno nel 2013, è stato un successo internazionale, ha vinto l’Orange Prize ed è stato tradotto in venticinque lingue.
La scorsa settimana una collega mi ha confidato di voler leggere a breve questo romanzo, perfetto per chi è appassionato di mitologia greca ed epica.
Il libro ha iniziato negli ultimi due anni a spopolare anche su Tik Tok con video di ragazzi e ragazze che sognano un amore puro come quello di Achille e Patroclo.
Ho deciso quindi di acquistarlo e leggerlo curioso di capire perché il romanzo piacesse così tanto ai ragazzi, percependo fin dalle prima pagine che La canzone di Achille piace perché è un libro che parla direttamente a loro, ai giovani.
La storia raccontata da Madeline Miller la conosciamo molto bene fin dai tempi della scuola.
L’amicizia tra Achille e Patroclo, la guerra di Troia.
Ed infatti la prima parte del romanzo è il racconto dell’infanzia di questi due eroi, nella seconda viene raccontata la guerra.
Il punto è che gli eroi sono ragazzi, con emozioni e dubbi universali.
Un romanzo splendidamente scritto.
Se stai cercando di raccontare la storia di uno dei grandi amanti del mito greco, potresti scegliere Paride, il cui amore o lussuria per Elena lanciò mille navi contro la sua città e la cancellò dalla mappa.
O Orfeo, la cui devozione a Euridice lo condusse nelle profondità dell’inferno per cercare di reclamarla.
O anche Alcesti, che amava così tanto suo marito, Admeto, che era disposta a morire al suo posto.
L’ultima figura mitica che potresti provare a rielaborare come eroe romantico sarebbe Achille, la cui caratteristica distintiva è la sua rabbia inestinguibile.
Achille si ritirò dal combattimento perché Agamennone aveva offeso il suo onore, e vide i suoi compagni greci massacrati dai Troiani; tornò in battaglia solo quando il suo amico Patroclo fu ucciso.
La sua vendetta su Ettore fu spietata: non solo lo uccise ma disonorò il cadavere, trascinandolo in giro per la città tre volte.
Omero espone tutto questo nell’incipit dell’Iliade: “Canta, musa, dell’ira di Achille“.
Anche dopo la morte, il suo fantasma ha ancora sete di sangue, e Polissena, una principessa troiana, deve essere sacrificata sulla sua tomba prima che i greci possano tornare a casa.
Ma nel suo romanzo, La canzone di Achille, Madeline Miller incontra l’amante sotto lo spargimento del sangue e la furia.
La storia è raccontata dal punto di vista di Patroclo che, esiliato dal padre per vivere alla corte di Peleo, si innamora presto del figlio del suo ospite, il sovrumano Achille: fin dall’infanzia, il suo status di semidio lo rende più veloce, più bello e più abile di tutti i suoi coetanei.
Sorprendentemente agli occhi di Patroclo, Achille ricambia il suo amore, e i due ragazzi crescono nell’età adulta e in una storia d’amore.
Achille rimane una figura divina per Patroclo: “Poi mi voltai a guardarlo. Era dalla sua parte, mi guardava. Non l’avevo sentito girarsi. Non l’ho mai sentito“.
La prosa di Madeline Miller è poetica, bellissima.
Ifigenia, sacrificata da suo padre Agamennone per placare la dea Artemide, è descritta con “un nome inciampante, il suono degli zoccoli di capra sulla roccia, veloce, vivace, adorabile“.
E quando Briseide, la concubina Agamennone impara gradualmente il greco da Patroclo, “le sue parole erano come pelle nuova, ancora rigida e precisa, non ancora corretta insieme all’uso“.
Il senso di tragedia imminente è sempre dietro l’angolo.
Achille sa da tempo che deve scegliere tra una vita breve e gloriosa e una lunga vissuta nell’oscurità.
Sappiamo che Patroclo deve morire prima di Achille.
E solo una volta morto, l’aspetto veramente terrificante della natura di Achille viene alla ribalta.
Quando affronta Ettore, quest’ultimo chiede che il suo corpo venga restituito alla sua famiglia, quando Achille ha finito con lui.
Non ci sono affari tra leoni e uomini. Ti ucciderò e ti mangerò crudo“.
La Miller ha trascorso dieci anni a scrivere questo libro, e la sua prosa perfetta e piacevole nasconde propria questa scrupolosa ricerca.
Una versione profondamente toccante della storia di Achille: un figlio, un padre, un marito e un amante.
Dimenticate Troia, gli scenari di guerra, i duelli, il sangue, la morte.
Dimenticate la violenza e le stragi, la crudeltà e l’orrore.
E seguite invece il percorso di due giovani, prima amici, poi amanti e infine anche compagni d’armi.
Due giovani splendidi per gioventù e bellezza, destinati a concludere la loro vita sulla pianura troiana e a rimanere uniti per sempre con le ceneri mischiate in una sola preziosissima urna.
Sono rimasto sorpreso dalla capacità di Madeline Miller di romanzare la mitologia preservando un senso di autenticità tra storia e fantasia.
Certo gli eventi dell’Iliade sono importanti per questa storia, ma gran parte del racconto proviene da numerose altre fonti mitologiche, tutte intrecciate perfettamente in una commovente storia di dei e mortali, destino ineluttabile e amore appassionato.
Nella mitologia greca, Patroclo è un personaggio minore che non viene quasi mai menzionato se non come la spalla di Achille, l’uomo dietro il grande guerriero.
Ma nel romanzo della Miller, Patroclo è al centro della scena.
È attraverso i suoi occhi che impariamo cosa è successo in quel periodo e conosciamo meglio il più grande di tutti i guerrieri greci: Achille.
Non è facile prendere una storia nota e farla propria, ma Madeline Miller lo fa magistralmente e dona alla storia stesso il suo timbro unico.
La Canzone di Achille è anche guerra, gloria, sacrificio, tragedia ed una grande storia d’amore che attraversa i secoli.
Molte sono le canzoni che sono state cantate su Achille, nelle quali viene descritto come un eroe, oppure come un assassino spietato.
Si racconta che in combattimento i Troiani fuggirono alla vista della sua armatura d’oro e che nessuno fu in grado di affrontarlo in una lotta tra pari.
Ma c’è una canzone dolce che racconta una storia diversa, la storia del figlio onorevole, dell’amico leale, del potente guerriero e del tenero amante.
Com’è possibile allora che i bardi non cantino anche questa canzone?
Bene, questo perché le note di questa canzone sono note a un solo uomo.
E il nome di quell’uomo è Patroclo, compagno, amico e amante di Achille.
La canzone di Achille non ha sezioni.
È una storia raccontata progressivamente in trentatré capitoli, tuttavia, può essere facilmente divisa in tre parti: prima, durante e, anche se brevemente, dopo.
Prima di, la vita di Patroclo e Achille sembra piuttosto semplice: sono solo due ragazzi che crescono e imparano a conoscere la vita e se stessi insieme.
Nei loro anni in Phthia, la loro routine consiste semplicemente in lezioni di lira ed esercitazioni, giochi e pomeriggi insieme nuotando, arrampicandosi sugli alberi, parlando e talvolta anche trascorrendo del tempo con il padre di Achille, che ama raccontare loro storie di eroi e guerre passate.
La Canzone di Achille non evita la crudeltà del conflitto e approfondisce le implicazioni che la guerra ha sia per Patroclo che per Achille, e anche per le persone che alla fine arrivano a dipendere da loro.
Imparano attraverso la perdita ed il dolore quanto possa essere pericolosa e mortale la politica dei campi di guerra.
E come non c’è nulla che possano fare per cambiare un futuro che è già stato scritto per loro.
Mi fermo QUI perché non sono sicuro che la mia collega Lucia abbia già concluso la lettura e non vorrei farla arrabbiare.
Concludo segnalando che La canzone di Achille è una lettura sbalorditiva, emotiva, poetica, semplicemente straziante che sicuramente lascerà il lettore piangere e maledire gli dei per tutto il dolore inflitto.
Ma farà anche sorridere tra le lacrime perché, alla fine, l’amore che Patroclo e Achille hanno l’uno per l’altro è così grande e puro che trascende la vita e persino la morte.
Una rilettura moderna dell’epica classica.
Lo stile utilizzato da Madeline Miller è molto semplice e chiaro, diretto e coinvolgente.
Perfetto, insomma, per i giovani lettori.
Ed ecco forse il motivo di questo rinnovato successo attraverso il passaparola social.
L’epicità del poema cede il posto alla semplicità dei sentimenti.