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La petizione contro la costruzione di una centrale a biomasse a Chitignano

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La petizione contro la costruzione di una centrale a biomasse a Chitignano

Chitignano, 24 agosto 2013
Al Sindaco di Chitignano Marcello Biagini
Piazza arrigucci, 1 -52010 Chitignano (AR)

Al Presidente della provincia di Arezzzo ROBERTO VASAI
Piazza della Libertà, 3 – 52100 Arezzo

Al Presidente della regione Toscana Enrico Rossi
piazza del Duomo, 10 – 50122 Firenze

Oggetto: Petizione Popolare

Spettabili Amministratori,
abbiamo dato vita a questa petizione popolare anche per dare voce a tutte le persone che abitano e vivono Chitignano sul progetto per la costruzione di una Centrale a biomasse legnose in località Poggiolino, della potenza di 1 Mwe, che produrrà e venderà energia elettrica.

Questa iniziativa, che rafforza le altre già attive nel paese, si è resa necessaria anche per la completa assenza di informazione e confronto preventivo da parte delle autorità coinvolte nel processo decisionale, conclusosi in data 4 giugno 2013 con l’approvazione tramite Procedura Abilitativa Semplificata.

Oggi Vi vengono consegnate queste prime 649 firme di una petizione che sta continuando a coinvolgere i residenti e le tante persone che vivono Chitignano, sia affettivamente che come località a vocazione turistica, in vari periodi dell’anno. Ciò rappresenta uno stabile e crescente ritorno economico per il paese e per la collettività. Ritorno economico (uno dei pochi rimasti) che rischierà una forte involuzione.

In tale petizione si esprime, con chiarezza, la non condivisione della messa in esercizio di una centrale che sarà situata a circa 60 metri (in linea d’aria) dalla scuola d’infanzia, a 50 metri dalle più vicine civili abitazioni, a circa 100 metri dall’antica Podesteria (che ospita in diversi periodi dell’anno persone diversamente abili), a circa 250 metri dal Castello degli Ubertini e vicinissima al centro del paese di Chitignano.

Ricevendo questa petizione, toccherà a Voi valutare se tenere conto di questa espressione collettiva, oppure decidere che il coinvolgimento delle persone nei processi democratici non vale la pena di essere intrapreso.

Vogliamo però continuare a credere di vivere in un paese, in una regione, dove non si può agire nella completa indifferenza di chi ha a cuore il proprio il territorio, il patrimonio ambientale e culturale e, soprattutto, la salute dei propri figli. Vogliamo continuare a credere che questi valori valgano ancora.