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Che la casa sia la nostra terza pelle

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Che la casa sia la nostra terza pelle

Bioedilizia: abitare bene, cioè in sicurezza e secondo principi igienici ed ecocompatibili. La pericolosità delle tradizionali tecniche. Le opportunità offerte dai nuovi studi.

Edilizia bioecologica. Una scienza interdisciplinare che ha un obiettivo: rendere la casa la terza ?pelle? dell?uomo. Tema scientifico ma anche imprenditoriale, tanto che CNA gli ha dedicato spazio nel corso di un recente convegno sulle energie rinnovabili.
?I criteri di costruzione delle moderne abitazioni ? ricorda Fabio Brogi, Presidente Assoedili CNA ? sia per i materiali che per l?apporto energetico spropositato, hanno un impatto ambientale negativo. Dai dati emersi dalle analisi dell?Organizzazione Mondiale della Sanità, siamo di fronte ad una ?sindrome da costruzione malsana? che non è il classico tugurio umido e poco illuminato, ma può interessare anche costruzioni nuove, luminose o ristrutturate da poco. Le cause principali dell?inquinamento vengono ricondotte infatti alle moderne tecniche di costruzione ed in particolare alle emanazioni provenienti da materiali isolanti artificiali, alle vernici, le laccature, i diluenti, gli impregnanti e da rivestimenti sintetici di pareti e soffitti. E? evidente quindi che la casa, un tempo rifugio dalle intemperie e dai nemici, è diventata oggi per molti versi un oggettivo fattore di rischio?.
Quali proposte e quali accorgimenti per costruire un luogo di vita naturale nel giusto rapporto tra ambiente e abitazione?
?L?edilizia bioecologica ? prosegue Brogi ? si propone di riallacciare tutti gli elementi che compongono il sistema biologico dell?uomo per arrivare a paragonare le mura domestiche alla terza pelle dell?uomo. Partendo da questa considerazione, si intende orientare l?attività delle costruzioni verso un costruire di qualità, prestando attenzione alle localizzazioni e alle esposizioni degli edifici, prevedendo una maggiore attenzioni ai materiali, utilizzando sempre più quelli tradizionali e naturali, che danno garanzia assoluta sui risultati?.
Le logiche di ripensare l?edificio, in funzione dell?uomo, eviteranno strutture difficilmente vivibili e ad elevatissimi costi di gestione e manutenzione.
In particolare, per quanto concerne ad esempio tutto il settore degli edifici artigianali ed industriali, sarà necessario un cambiamento di rotta; i risultati del costruito sono evidenti: strutture fuori scala, pessimi materiali, dispersione termica.
?Probabilmente la ?missione? primaria dell?architettura biologica ? conclude il Presidente Brogi – è far comprendere che sono ?contro natura? barriere troppo artificiali fra uomo e ambiente, è diffondere la cultura del vivere sano, proponendo soluzioni costruttive moderne e tecnologicamente avanzate che siano alla portata di tutti, perché migliorare la qualità degli edifici significa migliorare la qualità della vita?.

Articlolo scritto da: CNA Arezzo