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Iannone interviene sui ricoveri

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La regione Toscana ha individuato in tema di sanità la deospealizzazione, quale priorità assoluta al fine di abbattere sia i costi di gestione che l?assorbimento delle risorse per gli specifici livelli di assistenza.
L?appropriatezza organizzativa del ricovero ospedaliero avrebbe dovuto liberare risorse a beneficio della salute dei cittadini.
Il condizionale è d?obbligo ed è riferito alla riorganizzazione della rete strutturale, soprattutto di quella del territorio, dove i professionisti sono rimasti gli stessi e gli strumenti insufficienti.
Almeno questa è l?esperienza aretina, dove i medici di famiglia, gli infermieri e gli assistenti sociali hanno visto crescere in maniera sensibile la richiesta di intervento, senza essere adeguatamente preparati e attrezzati per dare le risposte attese.
Il disagio avvertito rischia di avere gravi ripercussioni sulla qualità dei servizi territoriali e quindi anche su quella di vita dei pazienti.
Uno di questi servizi è l?ADI che scatta per motivi di organizzazione sanitaria o per ragioni sociali come assistenza alternativa al ricovero, per assicurare a domicilio del paziente le prestazioni di medicina generale, specialistica, infermieristica domiciliare e di riabilitazione, di aiuto domestico da parte dei familiari o del competente servizio delle aziende, di assistenza sociale.
I medici di medicina generale sono una realtà che per effetto della convenzione con il SSN assicurano da sempre le prestazioni proprie del servizio a cui sono comandati per i propri pazienti in carico.
L?attività specialistica domiciliare è praticamente assente e mortificata per l?impossibilità di avere a disposizione gli strumenti necessari per operare.
Gli infermieri sono sempre più in difficoltà per far fronte alla mole di lavoro che si è riversata a loro carico, non essendo in numero sufficiente e ben attrezzati per assicurare a domicilio le terapie impegnative come infusioni e.v., nutrizione parenterale, prelievi per controlli urgenti.
La riabilitazione è scomparsa come servizio domiciliare per mancanza di operatori nel territorio.
L?aiuto domestico è affidato esclusivamente alle famiglie, con gravi ripercussioni sul lavoro e sull?equilibrio psicologico dei loro componenti.
ligata la strutturazione di queste persone in RSA.
In questa situazione l?inadeguatezza delle cure, che sempre più spesso mette a rischio la vita e rende più esacerbate le sofferenze, l?aumento di patologie nervose che derivano dal disagio sociale delle famiglie, le condizioni di lavoro sempre più precario del personale di assistenza, hanno spinto questa Commissione a chiedere aiuto a tutti quelli che hanno la responsabilità di dare adeguate risposte a legittimi bisogni.

Articlolo scritto da: Comune di Arezzo