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Amnesty: condanne a morte in Libia

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Amnesty: condanne a morte in Libia

ROMA – Amnesty International ha chiesto oggi all’Unione europea (Ue) di premere
sulla Libia affinché siano riviste le condanne a morte di cinque
infermiere bulgare e un medico palestinese, giudicati colpevoli di aver
infettato centinaia di bambini col virus dell’Hiv in un ospedale di
Bengazi.

Amnesty International, che si oppone alla pena di morte per ragioni di
principio, ha espresso preoccupazioni anche per la natura del processo,
che ha ritenuto viziato sin dall’inizio. Nel febbraio 2004, gli imputati
raccontarono a una missione dell’organizzazione che erano stati costretti
a confessare dopo essere stati torturati con scariche elettriche, percossi
e tenuti appesi per le braccia.

“L’Ue ha una responsabilità diretta e deve essere molto ferma in questo
caso” – ha dichiarato Dick Oosting, direttore dell’Ufficio di Amnesty
International presso l’Ue. “Un sistema giudiziario che impone la pena di
morte al termine di un processo discutibile, rafforza le nostre
preoccupazioni per l’impazienza con cui l’Ue vuole cooperare con la Libia
nella lotta contro l’immigrazione irregolare”.