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Il futuro urbanistico ed edilizio di Arezzo

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AREZZO – Il futuro urbanistico ed edilizio di Arezzo? “Non ci sarà – risponde Stefano Baldi, consigliere comunale di Forza Italia e da pochi giorni anche Coordinatore comunale del partito. E non ci sarà se non verrà approvato celermente il piano strutturale”. E per farlo c’è una sola soluzione: “approvarlo così com’è oggi. Ogni tentativo di bloccarlo, per interessi politici o di altro genere, non potrà che produrre un solo ed unico risultato: fare respingere il Piano dalla Regione e condannare la città di Arezzo all’immobilismo con gravissimi riflessi economici e sociali, sia in termini imprenditoriali che occupazionali”.
Baldi rivolge un monito anche al Sindaco ed alla Giunta: “devono scegliere se vogliono essere liberi di decidere autonomamente oppure se essere condizionati, e penso soprattutto alle aree strategiche del territorio, dalle valutazioni della Regione Toscana”. Ed il consigliere di Forza Italia non è tenero con Firenze: “sia il livello politico che quello amministrativo della Regione Toscana non si sono mai dimostrati particolarmente attenti alla nostra realtà. Solo per citare l’ultimo esempio in ordine di tempo, è sufficiente ricordare come hanno gestito la vicenda Arezzo Wave”.
Stefano Baldi sottolinea, quindi, che se il Comune di Arezzo non approva in tempi rapidissimi il Piano Strutturale e successivamente il conseguente Regolamento Urbanistico, “si bloccheranno le nuove realizzazioni, i piani di recupero e lo sviluppo delle aree strategiche”. Un immobilismo quasi totale. Un unico spiraglio potrebbe essere rappresentato dalle possibilità di ristrutturazioni e demolizioni con fedele ricostruzione. “Ma la sinistra aretina – commenta Baldi – sta lavorando per chiudere anche questo piccolo spiraglio. La mia proposta è che si rispetti la “norma di dettaglio nelle zone agricole” varata nel 1998 dal Consiglio comunale durante l’amministrazione Ricci. Questa, fino all’approvazione del Regolamento Urbanistico, potrebbe offrire piccoli margini di manovra in più e dare risposte, almeno parziali, ai cittadini. La sinistra è orientata a dire di no a tutto e per motivi di carattere ideologico più che amministrativo e di rispetto, quindi, delle esigenze dei cittadini e della comunità locale. I no ideologici si sprecano come abbiamo potuto verificare anche nel corso della ultima seduta durante la quale si è discusso della situazione ambientale di San Zeno, area degradata che somma danni ambientali a danni sociali. La soluzione non è un semplice “no a tutto”, come fa la maggioranza ma l’elaborazione, invece, di un progetto complessivo di riqualificazione urbana e sociale. Una strada che il centro sinistra si è rifiutata di imboccare anteponendo scelte politiche ed ideologiche a quelle necessarie per lo sviluppo del territorio. Scelte che vanno contro il senso del dovere che dovrebbe caratterizzare l’operato degli eletti indipendentemente dalla loro collocazione politica”.